The Faculty
(USA 1998)
Regia: Robert
Rodriguez
Cast: Elijah Wood,
Josh Hartnett, Jordana Brewster, Clea DuVall, Laura Harris, Shawn
Hatosy, Robert Patrick, Famke Janssen, Salma Hayek, Bebe Neuwirth,
Piper Laurie, Christopher McDonald, Usher Raymond, Jon Stewart, Jon
Abrahams, Summer Phoenix, Danny Masterson
Genere: invasione
aliena
Se ti piace guarda
anche: Mars Attacks!, L’invasione degli ultracorpi, La guerra
dei mondi, Super 8, Scream
Ispirato al classico
fordiano L’invasione degli ultracorpi, The Faculty è una rielaborazione
divertita del tema “invasione aliena” in perfetto stile Kevin
Williamson.
Dopo aver destrutturato
ma più che altro preso per il culo il genere horror con Scream e
dopo aver riletto in chiave personale il filone teen con la serie
Dawson’s Creek, nel 1998 gli viene affidato il compito di rivedere
e correggere alla sua maniera addirittura il genere fantascientifico.
Anche qui, così come in
Scream, i protagonisti vivono l’invasione aliena in maniera
post-moderna, tenendo ben presente le regole imparate dalle pellicole
cinematografiche, il citato L’invasione degli ultracorpi in primis.
Ma i riferimenti vanno anche al romanzo Il terrore della sesta Luna,
a La cosa di John Carpenter, a E.T. ai Men in Black e quant’altro
arrivando persino alla Bibbia. Un menù Gran Gourmet servito in
tavola dallo chef Williamson con la sua solita abbondante dose di
ironia.
Il tutto è poi guarnito
da una colonna sonora troppo ’90, davvero troppo ‘90, con
Garbage, Offspring, Creed e addirittura titoli di coda con un pezzo
degli Oasis.
Con una sceneggiatura citazionista del genere servita su un piatto d’argento, uno come Robert Rodriguez s’è divertito un mondo a trasformare le parole di Kevin Williamson in immagini e ad aggiungere la sua piccante dose di salsa messicana.
Per prima cosa,
l’amichetto intimo di Q.T. (per rispetto, ho deciso che d’ora
innanzi chiamerò Quentin Tarantino solo con le iniziali) si è
scelto un cast pure questo un sacco 90s e soprattutto un sacco
variegato: Elijah Wood, futuro Frodo qui per la prima volta chiamato
a salvare i destini del mondo, la fighetta fast & furious Jordana
Brewster, la dark-goth pre-emo Clea DuVall, la M.I.L.F. Famke
Janssen, la sua amichetta latina Salma Hayek (purtroppo neanche
lontanamente caliente come in Dal tramonto all’alba), la biondina
ambigua Laura Harris, il quarterback intellettualoide Shawn Hatosy,
Robert Patrick (reduce da X-Files e Terminator 2), nei panni di un
allenatore di football severissimo che verrà parodiato in maniera
esilarante in Non è un’altra stupida commedia americana.
Non è mica finita: ci
sono pure la sempre inquietante Piper Laurie recuperata da Twin Peaks
e Carrie - Sguardo di Satana, il cantante R&B Usher, persino il
conduttore tv Jon Stewart e poi Josh Hartnett.
Josh Hartnett è uno dei
più grandi misteri recenti di Hollywood. Ha fatto il filmetto horror
sequel ideale per iniziare a farsi conoscere, Halloween 20 anni dopo,
ha interpretato il tipo più figo del mondo per eccellenza ovvero
Trip Fontaine ne Il giardino delle vergini suicide di Sofia Coppola,
ha fatto la marketta nel blockbusterone di turno, Pearl Harbor, la
commedia giusta per rivelare la sua versatilità anche in campo
comedy, ovvero il sempre divertente 40 giorni & 40 notti, è
tornato con Rodriguez per Sin City, ha fatto uno pseudo-cult
criminale come Slevin, un thriller sottovalutato come Appuntamento a
Wicker Park e poi una puntata dritta nel cinema d’autore, con Black
Dahlia di Brian de Palma, sul cui set ha pure conosciuto Scarlett
Johansson, con cui ha vissuto una breve quanto paparazzata e glamour
liaison. Insomma, è figo, è bravo, recita con i registi giusti e
finisce su tutti i magazine mondiali. E poi?
Poi gira 30 giorni di
buio e sulla sua carriera cala letteralmente il buio. Non solo per 30
giorni.
Colpa di una serie di
scelte poco fortunate, o magari di un pessimo agente che gli
consiglia i film sbagliati, ma il buon Josh Hartnett negli ultimi
tempi si è visto davvero poco e solo in robe del tutto evitabili con
titoli come Stuck Between Stations e Bunraku (?!?).
Josh, come ti sei ridotto
in questo stato?
Misteri di Hollywood…
Ritornando alla misteriosa invasione aliena di questo The Faculty, dicevamo di quanto Robert Rodriguez si dev’essere divertito a girarlo, con un entusiasmo contagioso e godurioso che è riuscito a trasmettere anche alla pellicola.
The Faculty è un
ultracorpo che visto oggi appare così 90s e proprio per questo lo si
guarda con un filo di nostalgia. Quando una volta guardavi i film
anni ‘80 pensavi: “Cazzo, quanto sono anni ’80!”, adesso
capita che guardi una pellicola come The Faculty e pensi: “Cazzo,
che film anni ’90!”.
Ti rendi così conto che
il tempo passa, le invasioni aliene pure, ma il divertimento resta. E
quello regalato da un film come The Faculty è rimasto (quasi) del
tutto intatto.
(voto 7+/10)
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