lunedì 30 dicembre 2013

La fine di una buona annata...






Con domani si chiuderà un anno molto intenso vissuto dalla nostra associazione. Si potrebbe definìre l'anno della crescita oppure quello della svolta. Ci siamo cimentati nell'organizzazione di eventi di grande portata come lo spettacolo di Ferite a morte, abbiamo proposto serate letterarie e musicali, testardi come sempre siamo riusciti a portare ancora una volta artisti e cittadini in piazza con la scusa di un festival del teatro di strada… insomma del nostro meglio ma anche qualcosa di più che speriamo possa consolidarsi nella stagione che stiamo per affrontare.
Vogliamo così augurare a tutti voi, che ci avete seguito sia da lontano che da vicino, un anno di serenità e lo facciamo regolandovi lo speciale che Radiopanesalme (un'altra succosa novità dell'anno che si sta per concludere) ha preparato in occasione di Ferite a morte: interviste e spezzoni tratte dalla serata del 19 novembre.
Buon ascolto e buon anno a tutti!



mercoledì 20 novembre 2013

Ferite a morte. Cronaca fotografica di un successo annunciato



Abbiamo ancora addosso le sensazioni della giornata di ieri, vissuta al Teatro Splendor di Bollate insieme a 600 persone venute ad applaudire Lella Costa, Rita Pelusio, Orsetta Dè Rossi e Giorgia Cardaci nello spettacolo scritto e diretto da Serena Dandini. Oltre a loro sono state applaudite Elena Meroni di Comuni Insieme e Cecilia Di Lieto di Radio Popolare che hanno letto due brani a conclusione della serata. Un grazie a tutti quelli de L'Orablù che come sempre sono presenti con il loro prezioso contributo. Per noi organizzare questo eveattraverso le foto scattate da Ivano De Pinto.

venerdì 15 novembre 2013

giovedì 7 novembre 2013

mercoledì 6 novembre 2013

Gli amanti passeggeri

Gli amanti passeggeri
(Spagna 2013)
Titolo originale: Los amantes pasajeros
Regia: Pedro Almodóvar
Sceneggiatura: Pedro Almodóvar
Cast: Javier Cámara, Carlos Areces, Raúl Arévalo, Lola Dueñas, Cecilia Roth, Antonio de la Torre, Hugo Silva, José María Yazpik, Blanca Suárez, Paz Vega, Miguel Ángel Silvestre, Laya Martí
Genere: volatile
Se ti piace guarda anche: L’aereo più pazzo del mondo, To Rome with Love, Selvaggi



Signori e signore, allacciate le cinture di sicurezza e preparatevi a un viaggio tranquillo, più o meno… L’aereo della Peninsula partito da Madrid e diretto in Messico ha infatti un’avaria per colpa di quei furboni di Antonio Banderas & Penelope Cruz e deve cercare di fare un’atterraggio di emergenza.
Questa a grandi linee è la semplice, anche un po’ sempliciotta, trama del nuovo film di Pedro Almodovar, che con Gli amanti passeggeri torna al suo primo amore. Gli uomini?
No, cioè sì anche, ma non è quello che intendevo. Il regista spagnolo dopo l’involontariamente ridicolo La pelle che abita torna alla commedia, con un film che vorrebbe essere volontariamente divertente, ma alla fine fa ridere meno del suo precedente.



Il decollo è subito da brividi: c’è una scenetta con Antonio Banderas e Penelope Cruz doppiati tra l’altro in maniera terrificante. Si finisce quasi per rimpiangere le pubblicità del Mulino Bianco con Banderas. Sottolineo il quasi. Tra l’altro, il Signor Barila lo saprà che il bell’Antonio è l’attore feticcio di un regista gay?
Dopo questa scenetta iniziale indegna, il volo prende leggermente quota, senza però mai decollare per davvero. C’è qualche momento divertente, soprattutto le scene più gay e più alcoliche, e ancor più le scene gay-alcoliche, per il resto si finisce narcotizzati come i passeggeri della classe turistica, drogati per evitare che sull’aereo si scateni il panico.
Anche agli amanti passeggeri della classe Business vengono date droghe + alcool, e inoltre gli scatenati hostess… pardon steward, tutti e 3 gay, ce la mettono tutta per intrattenere gli spettator… pardon i passeggeri. I 3 inscenano un numero di ballo sulle note della hit Disco gay “I’m So Excited” delle Pointer Sisters, in quella che è la scena più memorabile della pellicola, non a caso usata anche nel trailer. Una sequenza così divertente e riuscita che viene quasi da pensare che Almodovar abbia girato l’intera pellicola soltanto per realizzarla, visto che il resto del volo non è che offra chissà quali altre trovate geniali o spassose.







Gli amanti passeggeri è un volo… volevo dire un film kitsch, tremendamente kitsch, pure troppo, persino per gli standard almodovariani. Questa volta il trash non si eleva però a sublime come capitava con i suoi lavori migliori su tutti Tutto su mia madre e resta semplice spazzatura. Il kitsch rimane kitsch e gli amanti passeggeri di Almodovar, tra dialoghi imbarazzanti e siparietti erotico-sentimentali ridicoli, volano basso dalle parti di una commedia dei Vanzina, solo girata meglio. A tratti si ride, a tratti no, ma già dopo pochi minuti dal decollo non si vede l’ora che il volo finisca, si arrivi a destinazione e si possa passare a un altro aereo… volevo dire a un altro film.
Signori e signore, ora potete slacciarvi le cinture di sicurezza, alzarvi dal vostro posto e passare a un’altra destinazion… volevo dire a un altro post.
(voto 5/10)
Cannibal Kid


lunedì 4 novembre 2013

Sabato 9 Novembre a L'OrablùBar: An Intimate Affair




Un appuntamento imperdibile con un ospite internazionale: An Intimate Affair è una selezione di geniali giochi di prestigio con le carte proposti da Arvind Jayashankar, un prestigiatore divertente e accattivante. Lo spettacolo viene proposto in numerosi teatri euoropei, americani e indiani, e ora sbarca anche a Bollate.
Non solo assisterete ad un'esibizione di numeri di altissimo livello, ma sarete trascinati in un'esperienza diretta e coinvolgente. Arvind vi farà sperimentare le infinite e inaspettate possibilità dei trucchi con un mazzo di carte, di fronte ai vostri occhi, nelle vostre mani.
Mentre degustate una birra o cenate con i vostri amici all'OraBlùBar, mettete in crisi le vostre convinzioni, fatevi sorprendere, esplorate la magia e il mistero di 52 pezzi di carta in questo spettacolo unico!

lunedì 28 ottobre 2013

Radiopanesalame speciale Quelli di... Senza Palco


Ecco lo speciale che Radiopanesalame in collabroazione con L'Orablù ha preparato in occasione di Quelli di... Senza Palco avvenuto il 14 settembre 2013 a Bollate. Buon ascolto!

sabato 26 ottobre 2013

Ferite a morte: parte la prevendita


Da oggi è possibile acquistare i biglietti in prevendita qui oppure direttamente a L'OrablùBar in via Dante 67 a Bollate. Seguiranno aggiornamenti e approfondimenti sulla serata nei prossimi giorni.

martedì 22 ottobre 2013

The Green River Band a L'OrablùBar

Un estratto video della serata di sabato 12 a L'OrablùBar. Grazie mille a The Green River Band per la loro partecipazione!

mercoledì 16 ottobre 2013

Panino doppio strato



Le proposte di Radiopanesalame non hanno mai fine! L’Orablù è pertanto lieta di presentarvi un doppio panozzo infrasettimanale di quelli da leccarsi i baffi!

Stasera, mercoledì 16 ottobre, a partire dalle ore 22.00, troverete sul sito della radio un’altra delle novità assolute del palinsesto offerto da RPS per la stagione 2013 -2014. Andrà infatti in onda la prima puntata di SCHOOL OF ROCK, trasmissione che ripercorrerà le tappe più importanti della storia del rock attraverso musica, racconti, aneddoti e facezie assortite. Protagonisti saranno Danny Rock, nei panni del professore, e AleDiggei, nei panni dell’alunno duro di comprendon io alle prese con una materia tutta nuova. Se le presunte competenze di Danny sono frutto della fantasia degli autori, le sesquipedali lacune di Ale sono invece tutta farina del suo sacco. Insomma, ne sentirete di belle e grossolane. 

Giovedì, 17 ottobre a partire dalle 22.00, troverete inoltre sulla pagina web della radio la terza compilation 6 x 6 pezzi da Mille: IndieNitroGliceRock, offertavi dai vostri Indie Brett e Danny Rock. In attesa che Indie torni dai vari impegni che lo vedono in giro per l’Italia, accontentatevi di dodici, diconsi dodici, canzoni scelte appositamente per voi. Tutta verzura fresca fresca, appena usc ita nei negozi e a cui vale la pena buttare un orecchio. Tra gli artisti in scaletta, Bill Callahan, Arcade Fire, Calibro 35, Hank 3, Anna Calvi and more. A presto, si spera, una nuova puntata di Attenti a quei Blu.

Vi ricordiamo, tanto che ci siamo, tutti gli appuntamenti settimanali che potrete trovare su Radiopanesalame
Lunedì: ALTA GRADAZIONE, deliri alcolici e musicali della coppia Lozirion & Tem pus, trasmissione tutta rigorosamente in lingua bergamasca. E alura ? Pota!
Martedì: LE STUZZICHERIE DI WANDA, prurigini a go go e la voce sensuale delle s plendida Wanda per un programma riservato al solo pubblico adulto. Ma se siete m inorenni, ascoltarlo è anche più divertente.
Sabato: BUON CAMPIONATO, trasmissione sportiva condotta il sabato mattina da AleDiggei, con approfondimenti sul campionato di serie A, fantacalcio e mondo delle scommesse.
Domenica: AFFETTATI MISTI, la trasmissione regina di Radiopanesalame condotta dal collaudato binomio FraDiggei e AleDiggei, al secolo meglio conosciuti come Ale & Franz. Musica, simpatia e cazzeggio a manetta.

E ancora: QUANDO SI SPENGONO LE LUCI, per gli amanti del cinema conodotto da Sarapi, e I DOMATORI DELLA NOTTE, per i sonnambuli impenitenti, la cui programmazione è rimessa al sentimento degli autori.

BUON ASCOLTO E BUON DIVERTIMENTO !

Cattivissimo me

Cattivissimo me
(USA 2010)
Titolo originale: Despicable Me
Regia: Pierre Louis Padang Coffin, Chris Renaud
Sceneggiatura: Cinco Paul, Ken Daurio
Cast: Gru, Vector, Dr. Nefario, Mamma di Gru, Margo, Edith, Agnes, Minions
Genere: buonissimo
Se ti piace guarda anche: Megamind, Shrek, Cattivissimo me 2, Piovono polpette



I fenomeni bambineski sono qualcosa sempre difficile da comprendere per gli adulti. Se posso considerarmi adulto e non ne sono sicuro. Ad esempio, perché Peppa Pig ha tanto successo? E gli allucinanti Teletubbies? E i Barbapapà, L’ape maia o La Pimpa che tra i bimbetti tirano da decenni più di un pelo di figa?
Non c’è spiegazione se non nella ripetitività di episodi e situazioni capaci di creare nei piccoli una dipendenza che poi da grandi si trasformerà in altre dipendenze: nicotina, caffeina, alcool, sesso, droga…
Non vedo grandi spiegazioni nemmeno nel successo pazzesco di Cattivissimo me. Il primo episodio nei soli USA ha passato i $250 milioni, creando un hype enorme intorno al seguito, che ha superato abbondantemente i $300 milioni e si è rivelato il più grande successo commerciale dell’estate a stelle e strisce.
Peeerché?



Davvero difficile spiegarlo. Il segreto del suo successo potrebbe stare nei simpatici Mignottoni Minions, che ne combinano di tutti i colori, sono adorabili quanto stupidi e una risata sanno strapparla sia nel pubblico di bimbetti che in quello dei più grandi. Per il resto, Cattivissimo me appare un film vecchissimo, con gag e inseguimenti old-style che sembrano usciti dalla Pantera rosa o da una slapstick comedy e un protagonista che, a dispetto del titolo, non è certo così cattivissimo. Personalmente, ho trovato molto meglio il mitico Megamind, non per niente doppiato dal mitico Will Ferrell, mentre Gru (ma che nome gli hanno dato?) è doppiato in originale da Steve Carell, comico che guarda caso non mi fa ridere manco per sbaglio. Un po’ meglio del protagonista le tre bambinette in cerca di una famiglia, anche se la più piccola va di prevedibili occhioni lucidi alla Gatto con gli stivali, la più grande è una mezza nerd ma non simpatica come di solito sono i nerd nei film o telefilm e quella di mezzo boh, chi se la ricorda quella di mezzo?
Di livello medio basso anche le animazioni della pellicola Universal, lontane dagli standard di Pixar e DreamWorks.



Non del tutto da buttare invece la colonna sonora, composta da tale Heitor Pereira e dall’idola e dall’idolo Pharrell Williams, anche se quest’ultimo in carriera ha fatto ben di meglio, mentre in Italia dobbiamo come al solito farci riconoscere come Terzo Mondo musicale con la terrificante Giorgia che interpreta il terrificante brano “Tu sei”, versione nostrana di “My Life” cantata da Robin Thicke.



Sono stato troppo cattivissimo con questa pellicolina, altroché pellicolissima?
Può darsi, ma qualcuno deve pur esserlo, visto che il cattivissimo (ma dove???) Gru e il cattivissimo film scivolano nel finale in un buonismo imbarazzante e totale, esagerato persino per gli standard di una pellicola d’animazione rivolta al pubblico dei più piccoli. La cosa più fastidiosa è questo proliferare di finti villain che poi si rivela più buoni dei buoni. Basta. Che devo fare per fermarli, una perfida petizione?



Cattivissimo film?
No, cattivissimo me.
(voto 5,5/10)

Cannibal Kid

domenica 13 ottobre 2013

Incontro con Marco Balzano


Per chi si fosse perso la serata di ieri può ascoltare la registrazione dell'interessante incontro con Marco Balzano che ringraziamo per la disponibilità.

venerdì 4 ottobre 2013

Da Sud a nord tra tavola e libri





SABATO 12 OTTOBRE
presso
L'OrabluBar - Piscina comunale - Via Dante, 67 - Bollate

Da sud a nord tra tavola e libri

Dopo la pausa estiva, L'associazione culturale L'Orablu torna più in forma che mai con i suoi eventi organizzati all'interno de L'OrabluBar.


Sabato 12 ottobre "Da Sud a Nord tra tavola e libri" ci sarà il primo di questi appuntamenti realizzato in collaborazione con la Biblioteca Comunale di Bollate, BiBoll, in occasione della sua festa annuale dedicata quest'anno alla Terra.

Alle 19,30 la serata si aprirà con la possibilità di gustare un ricco buffet nostrano in un ambiente di grande convivialità.

Alle 21,00 inizierà l'incontro con lo scrittore Marco Balzano che presenterà il suo romanzo "Pronti a tutte le partenze" vincitore del premio Flaiano 2013.

Per concludere la serata, i conduttori di Radio Pane&Salame, la web radio ufficiale dell'Orablu, partiranno con uno scatenato djset.

Non mancate!



Professore di liceo, Marco Balzano scrive su riviste di letteratura e cultura generale. Ha pubblicato i romanzi Pronti a tutte le partenze, Sellerio 2013 (Premio Flaiano),  Il figlio del figlio , Avagliano 2010 (premio Corrado Alvaro), le raccolte di poesie Mezze verità e Particolari in controsenso (premio Gozzano); il saggio I confini del sole. Leopardi e il Nuovo Mondo, Marsilio 2008 (già Premio “Giacomo Leopardi” di Recanati).
Nel suo romanzo "Pronti a tutte le partenze", Balzano racconta la parabola di un precario della scuola costretto a far fronte a un presente che continua a dilazionarsi. C’è sempre una partenza da affrontare, uno sradicamento nuovo che è ormai la condizione di un’intera generazione.

mercoledì 2 ottobre 2013

La vita è un sogno


La vita è un sogno

(USA 1993)
Titolo originale: Dazed and Confused
Regia: Richard Linklater
Sceneggiatura: Richard Linklater
Cast: Jason London, Adam Goldberg, Marissa Ribisi, Anthony Rapp, Shawn Andrews, Milla Jovovich, Ben Affleck, Matthew McConaughey, Rory Cochrane, Wiley Wiggins, Cole Hauser, Christine Harnos, Jeremy Fox, Esteban Powell, Parker Posey, Nicky Katt
Genere: generazionale
Se ti piace guarda anche: That ‘70s Show, SubUrbia, Breakfast Club

La teoria dei decenni
anni ’50: la noia
anni ’60: il rock
e anni ’70, Dio mio, direi proprio che hanno rotto le palle.
E forse gli anni ’80 saranno una ficata, chi lo sa?
Pensateci, noi avremo 20 anni e non potrà andare peggio.

Cynthia Dunn (Marissa Ribisi), La vita è un sogno



La vita è un sogno è un film generazionale. Un film epocale. Non nel senso che sia poi così memorabile, ma nel senso che è il ritratto di una precisa epoca. È un film del 1993 ambientato nel 1976 che fotografa degli anni ’70 ancora molto freakettoni, appena prima della rivoluzione punk e del dominio della disco. Non c’è però più traccia dei fantasmi del Vietnam o dei movimenti civili e sociali degli anni ’60. La vita è un sogno è puro divertimento e leggerezza. Qui sta il bello del film, così come sta anche il suo limite. È come un American Graffiti della generazione successiva, gli manca solo lo stesso spessore, lo stesso sguardo malinconico.



La vita è un sogno è un film cazzone. Non è che sia proprio una commedia goliardica come Animal House, Porky’s o American Pie, ma poco ci manca, più che altro perché è meno, molto meno esplicito da un punto di vista sessuale.
La vita è un sogno è la cronaca dell’ultimo giorno di scuola dell’estate 1976 in un liceo americano. L’ultimo giorno e la relativa lunga nottata, che procede fino all’alba. E cosa succede? Soprattutto scherzi e ripicche tra senior e matricole, qualche amorucolo che spunta qua e là, ma niente di troppo travolgente, qualche nuova amicizia e tanto, tanto cazzeggio. Più tante canne. La vita è un sogno potremmo vederlo come il capostipite dei film “fumati” che tanto vanno per la maggiore negli ultimi anni. La Maria è diventata una delle protagoniste principali nelle comedy di ultima generazione, in particolare quelle prodotte da Judd Apatow. Strafumati può bastarvi, come esempio?
A parte questo, non succede davvero niente di che. Ed è anche qui che sta il fascino misterioso di questa pellicola, diventata negli anni un autentico cult, soprattutto negli Stati Uniti, e che però a me ha deluso un pochino. Speravo diventasse anche un mio nuovo cult personale, come altri film ambientati nei favolosi 70s da Il giardino delle vergini suicide ad Amabili resti, e invece niente. È una pellicola che riesce a trascinare nella notte di questo gruppo di ragazzetti, eppure non riesce a lasciare una traccia indelebile nel cuore e negli occhi. Almeno, non nei miei.



A dirigere questa notte dopo gli esami c’è Richard Linklater, autore di quell’altro super cult di Prima dell’alba, che ha generato ben due sequel (Prima del tramonto e l’imminente Before Midnight), cosa che, insomma, per una pellicola romantica indie non è che si veda molto spesso, e poi ha girato anche il divertente School of Rock, che sembrava dover lanciare Jack Black come nuovo King of comedy e invece niente, più due originali pellicole animate come Waking Life e A Scanner Darkly.
Un Richard Linklater qui ancora pareccho acerbo alle prese con un ritratto generazionale, esperimento che ripeterà con risultati analoghi in SubUrbia, pellicola questa volta incentrata sulla generazione degli anni ’90, anche questa più o meno riuscita ma non del tutto e quindi non ho ancora capito quanto mi piaccia come regista questo Linklater, visto che è parecchio discontinuo.



Se ve lo stavate domandando, La vita è un sogno ha una colonna sonora super 70s, naturalmente. C’è molto rock e hard-rock tra Aerosmith, Kiss, Black Sabbath, ZZ Top, Sweet, Runaways, etc., e qualche scelta appare un pochino scontata: ad esempio “School’s Out” di Alice Cooper che parte quando suona l’ultima campanella dell’anno? Andiamo, così è troppo facile!
Il pezzo che invece rimane incollato in testa al termine della visione è “Slow Ride” dei Foghat. A mancare è però quella canzone da brividi con cui identificare l’intera pellicola. Un difetto mica da poco per un presunto cult generazionale, echeccacchio.



Convincente solo a tratti pure il cast. I protagonisti principali di questo quadro corale non sono un granché: il quarterback Jason London è davvero poca roba e infatti la sua carriera è finita peggio di quella del fratello gemello Jeremy London, uno che in curriculum vanta al massimo Settimo Cielo, cristo Santo. Pure altri attori del cast che nei primi 90s sembravano dover spaccare il mondo, poi chi l’ha mai più visti? Il qui esordiente Wiley Wiggins è sparito nel nulla, così come la bionda Joey Lauren Adams, il nerd Anthony Rapp (comparso giusto in Road Trip) o Marissa Ribisi, nota per essere la sorella gemella (e daje) del più noto ma non poi così noto Giovanni Ribisi. Quanto a Milla Jovovich, sarà sempre meglio come modella che come attrice…
I migliori del cast sono invece rilegati in un angolino: c’è un Ben Affleck in versione pezzo di merda che va a caccia di matricole, una strepitosa Parker Posey in versione cheerleader e soprattutto lui, il futuro divo delle romcom e anche futuro Killer Joe, al secolo Matthew McConaughey (spero di averlo scritto giusto che non lo azzecco mai), al suo primo piccolo ma idolesco ruolo cinematografico di un certo rilievo. È lui il personaggio migliore di un film che per poter essere un cult, un cult vero, è un po’ lacunoso dal punto di vista di personaggi davvero fenomenali, così come anche di battute davvero memorabili, di quelle da appuntarsi sulla Smemo, a parte la frase con cui ho aperto il post.



A ciò aggiungiamo un’altra cosa. Un difetto presente unicamente nella versione italiana. La vita è un sogno da noi è uscito con un titolo che non si può proprio vedere. L’originale è Dazed and Confused, titolo di un pezzo di Jake Holmes reso noto dai Led Zeppelin, mentre La vita è un sogno non ha davvero senso alcuno. A meno che non gliel’abbia dato Gigi Marzullo.
(voto 6,5/10)
Cannibal Kid

giovedì 26 settembre 2013

Byzantium


Byzantium
(UK, USA, Irlanda 2012)
Regia: Neil Jordan
Sceneggiatura: Moira Buffini
Ispirato all’opera teatrale: A Vampire Story di Moira Buffini
Cast: Saoirse Ronan, Gemma Arterton, Sam Riley, Jonny Lee Miller, Caleb Landry Jones, Daniel Mays, Glenn Doherty, Gabriela Marcinkova, Maria Doyle Kennedy
Genere: vampiresco
Se ti piace guarda anche: Lasciami entrare, Intervista col vampiro, Amabili resti, Franklyn



Una pellicola con Saoirse Ronan e Gemma Arterton in versione vampire?
Ma questo senza nemmeno vederlo è il miglior film sui succhiasangue di tutti i tempi!
Un po’ come Under the Skin, nonostante le critiche piovute al Festival di Venezia, solo perché sfoggia Scarlett Johansson in versione aliena, e a quanto pare pure nuda, è fin da ora il miglior film sugli alieni mai girato nella storia dell’universo.
Tralasciando per il momento Scarlett, per Byzantium l’impresa di risultare il miglior film sui vampiri di sempre, o almeno degli ultimi anni, non è che sia poi nemmeno così proibitiva. Di pellicole vampiresche davvero memorabili, a parte il Dracula di Bram Stoker cioè di Francis Ford Coppola, io personalmente non ne ho viste parecchie. In compenso ho visto tante saghe ridicole come quelle di Twilight, Underworld e Blade.
Ah già, poi c’è quel gioiellino svedese di Lasciami entrare, ma per il resto a prevalere sono le schifezze. Cosa ci riserverà or dunque questo Byzantium, oltre alle due splendide protagoniste?



La prima cosa che va notata è che siamo lontani anni luce dalle più recenti e cool, almeno nelle intenzioni degli autori, rappresetazioni di vampiri. Nonostante la protagonista sia una teen, non siamo per fortuna dalle parti di Twilight. Sarà che già solo la presenza di una Saoirse Ronan anziché di una Kristen “Kristo quanto skazzo ho addosso” Stewart regala al tutto ben altro spessore, si veda anche The Host. La vicenda narrata guarda poi, anziché all’oggi, alle storie gotiche del passato, “E’ come se Edgar Allan Poe e Mary Shelley si sposassero e avessero una bambina molto strana”, tanto per citare una frase del film. A raccontare la storia di come lei e la madre Gemma Arterton sono diventate della vampire è la stessa Saoirse.
Avete capito bene: Gemma Arterton in questo film non è solo una vampira, ma è anche una mamma MILF. In più per guadagnarsi da vivere fa la stripper e la prostituta. Ovvero, Gemma Arterton in questo film è LA DONNA IDEALE.



Il film è molto giocato sui contrasti: figlia tranquilla/mamma zoccola, umani/vampiri, realtà/visioni, passato/presente. A fare da collante tra la vicenda ambientata nel presente e i numerosi flashback del passato è Saoirse Ronan. La giovanissima attrice irlandese è ormai specializzata in ruoli in cui è divisa tra due realtà, come in Amabili resti in cui vede la vita passarle davanti senza di lei, o in The Host in cui è un’aliena intrappolata dentro il corpo di un’umana (o viceversa? non mi ricordo). Se a ciò aggiungiamo il fatto che le due protagoniste di Byzantium sono costantemente in fuga, proprio come succedeva alla protagonista di Hanna, solo che loro scappano da un pericoloso ordine di vampiri maschilisti che gli dà la caccia, questa è una pellicola parecchio ma parecchio ronaniana. Lo zampino del regista Neil Jordan è ben presente e qui torna a un racconto molto vicino alle parti della sua celebre hit anni ‘90 Intervista col vampiro, anche per via della presenza di una vampira giovanissima, qui Saoirse Ronan, là una fenomenale Kirsten Dunst. Eppure questo Byzantium, ancor di più di un film jordaniano, appare come un tassello omogeneo al resto della filmografia dell’attrice. A 19 anni, la piccola grande Saoirse riesce con la sua sola presenza a mettere dentro a un film un suo tocco personale, quante altre interpreti anche più anziane possono dire lo stesso?



Al di là di Intervista col vampiro o dei precedenti di Saoirse Ronan, la pellicola che questo Byzantium ricorda più da vicino è Lasciami entrare, che in apertura di post segnalavo come il film sui succhiasangue più interessante degli ultimi anni e non solo. Anche qui i ritmi sono lenti e anche qui la tematica del vampirismo è presente in maniera poco esplicita, più che altro è un’ombra scura che si stende sulla vicenda e fa capolino qua e là. Sono due film timidi, Lasciami entrare e Byzantium. Due film poco urlati, poco sfacciati, che non puntano a un romanticismo da terza media come la saga di Twilight, né al soft porno finto trasgressivo di una serie tv caduta in disgrazia come True Blood, nonostante la presenza di una Gemma Arterton super sexy.
Byzantium dalla sua possiede allora un fascino sottile, sconosciuto a molti colleghi con i denti affilati recenti. Solo perché Twilight e le ultime serie di True Blood sono delle porcherie, non bisogna però gridare al capolavoro. È vero, Byzantium è uno dei migliori film vampireschi visti da parecchio tempo a questa parte, però non è esente da qualche difettuccio. Innanzitutto, si prende persino troppo sul serio e, dopo Buffy, un pizzico di ironia e umorismo non possono mancare in una buona storia sui ciucciasangue che si rispetti. Io almeno li pretendo. La vicenda del passato non è poi è così originale e l’ordine dei vampiri che dà la caccia alle protagoniste è piuttosto ridicolo. Se Saoirse Ronan e Gemma Arterton si impongono con la loro presenza e con i loro personaggi su tutto il film, i maschietti della pellicola fanno invece, e la cosa forse è anche voluta, la figura delle statuine: Jonny Lee Miller, il Sick Boy di Trainspotting, è lo stereotipatissimo stronzetto di turno, Sam Riley, Ian Curtis in Control, è parecchio anemico come vampiro figo della situazione, e il promettente Caleb Landry Landry, androgino protagonista di Antiviral, avrebbe meritato un maggiore spazio, invece rimane sullo sfondo per quasi tutta la durata.



I ritmi lenti della pellicola invece non li annoterei tra i difetti. La relativa mancanza di azione, pure presente in un paio di scene – tra l’altro le meno riuscite – è compensata da una densità narrativa notevole. Non perfetto, non un capolavoro, forse un po’ freddino a livello emotivo, e lo dice uno che al solo vedere Saoirse Ronan è pronto a piangere come una fontanella dalla commozione, ma Byzantium è comunque una delle “cose” vampiresche più intriganti degli ultimi anni. Merito del film di per sé, o solo del fatto di essere uscito in un’epoca ancora così maledettamente twilightiana?
(voto 7/10)

Cannibal Kid

mercoledì 25 settembre 2013

Mettetevi comodi, ci sono Quelli di... Senza Palco 2013!!!

Per chi non è riuscito a passare; per chi è passato e si è divertito; per chi se ne è andato prima; per chi è stato di fronte al pubblico; per i bambini che erano seduti per terra; per chi ha montato luci, pali, telecamere, gazebo, taglieri e altro; per quelli che ci aspettano ogni anno e chissà se il prossimo anno si farà ancora e per tutti quelli che ci stiamo dimenticando ecco, diviso in tre splendidi filmati (grazie Pablo!!!) Quelli di... Senza Palco 2013. Ora non vi resta che mettervi comodi e gustarvi lo spettacolo|
Buona visione ;-)






mercoledì 18 settembre 2013

Mood Indigo - La schiuma dei giorni


Mood Indigo – La schiuma dei giorni
(Francia, Belgio 2013)
Titolo originale: L’écume des jours
Regia: Michel Gondry
Sceneggiatura: Michel Gondry, Luc Bossi
Ispirato al romanzo: La schiuma dei giorni di Boris Vian
Cast: Romain Duris, Audrey Tautou, Omar Sy, Gad Elmaleh, Aïssa Maïga, Charlotte Lebon, Michel Gondry, Philippe Torreton, Natacha Régnier, Kid Creole
Genere: fuori
Se ti piace guarda anche: Wrong, L'’arte del sogno, Holy Motors, Il favoloso mondo di Amélie



Sono pazzi questi francesi. Guardi una pellicola come Wrong di Quentin Dupieux, o un qualsiasi film o video di Michel Gondry e pensi che questi stanno tutto il giorno sotto la Tour Eiffel a bere assenzio. Probabilmente fanno davvero così.
Probabilmente viveva così anche Boris Vian, lo scrittore autore del libro La schiuma dei giorni (L’écume des jours) che non ho letto e che fino a qualche giorno fa nemmeno conoscevo, come i miei attenti lettori mi hanno subito fatto notare. In attesa di recuperarlo, mi è quindi impossibile stabilire quanto ci sia del lavoro di Vian dentro questo film. Quel che so per certo è che questo è un Gondry al 100%. Gli ipogondryaci sono avvertiti.
Se anche questo film non fosse autografato, come un quadro anonimo, sarebbe semplice risalire al suo Autore. Come ne L’arte del sogno, ancor più che ne L’arte del sogno, Gondry è tornato a controllare ogni aspetto della sua Opera, dimenticando la sbandata commerciale, comunque nemmeno troppo malvagia, di The Green Hornet. il talentuoso regista francese ha così preso la visione di Vian, l’ha inserita dentro il suo mondo e l’ha fatta sua.



Cosa potete trovare quindi in Mood Indigo – La schiuma dei giorni?
Tutto il favoloso mondo di Gondry.
Ci sono le invenzioni grafiche che fanno strabuzzare gli occhi, come i piatti in movimento, che rimandano alle animazioni pazzesche di alcuni suoi vecchi videoclip come “Human Behaviour” di Bjork e “Fell in Love with a Girl” dei White Stripes, così come alle magie visive di “Let Forever Be” dei Chemical Brothers e “Like a Rolling Stone” versione Rolling Stones.
Ci sono gli animali umanizzati, o se lo considerate meno razzista possiamo definirli umani animalizzati, come nel video capolavoro “Army of Me” di Bjork.
Ci sono le inquadrature dei palazzi dall’esterno versione Hitchcock ancora più guardone come in “Protection” dei Massive Attack.
C’è un pianoforte che trasforma le note in alcool, così come nel coreografico video di “Around the World” dei Daft Punk ogni “ballerino” presente rappresentava un differente strumento usato nella canzone.



C’è il colore vivo della prima parte del film che poco a poco si spegne, si ingrigisce, fino a trasformarsi in un completo bianco e nero, come se ci trovassimo in un Pleasantville (lavoro questo di Gary Ross, non di Gondry) al contrario. Un b/n che rimanda ad altri suoi lavori come la clip di “Isobel” di Bjork e il geniale spot firmato per la Levi’s, così come l’alternarsi tra colore e bianco e nero il Gondry l’aveva già sperimentato con lo spettacolare “Everlong” dei Foo Fighters e l’enorme “Bachelorette” di Bjork, in cui tra l’altro si gioca in maniera simile con la metanarrazione.
C’è la predilezione di Gondry per il treno, che svolgeva un ruolo cardine in Se mi lasci ti cancello e già mezzo protagonista nei video “Star Guitar” dei Chemical Brothers e in “Knives Out” dei Radiohead. Proprio in quest’ultimo compariva un Thom Yorke versione topo e pure qui in La schiuma dei giorni rieccolo, non Thom Yorke, ma un topolino umanizzato.



Mood Indigo o La schiuma dei giorni o L’écume des jours che lo si voglia definire è quindi un lavoro profondamente autoreferenziale, un po’, e anzi ancor di più, di To the Wonder di Terrence Malick. Michel Gondry se la canta e se la suona, si diverte un mondo a regalarci una visione del mondo suo, senza filtri. Esagera talmente con l’egocentrismo che si autoregala persino una parte da attore, nelle vesti di dottore.
Un film come Se mi lasci ti cancello (Eternal Sunshine of the Spotless Mind), in cui pure sono presenti molte sue tematiche tipiche, riusciva ad essere più comunicativo, a rivolgersi a un pubblico magari non di massa eppure più ampio. Mood Indigo ha invece un mood più solitario, più chiuso in se stesso. Ci va un pochino di pazienza per riuscire a penetrare la sua corazza visiva spettacolare e a sentire battere il suo cuore. Una volta accettata l’unica regola di Gondry, di Vian e del loro folle mondo unificato, ovvero che non esistono regole razionali, si entra dentro la loro visione e non si vorrebbe uscirne più. A un certo punto scatta qualcosa e si arriva nel cuore di un film che non gioca con i facili sentimentalismi, eppure riesce in qualche modo a rimanerti dentro. A emozionarti.



Se il vero grande protagonista della pellicola è lui, Michel Gondry, al suo interno possiamo vedere anche dei comprimari. Gli attori principali Romain Duris, sempre più convincente minuto dopo minuto, e una Audrey Tautou dritta dal suo favoloso mondo che a tratti risulta odiosa e a tratti no e non ho quindi ancora risolto uno dei misteri del mio mondo: “Ma a me Audrey Tautou piace o non piace?”.
Bravi anche gli attori secondari, dal simpatico quasi amico Omar Sy in versione irresistibile seduttore a Gad Elmaleh già intravisto in Dream Team, più due volti femminili da tenere d’occhio, quello afro di Aïssa Maïga e quello da bambola di porcellana di Charlotte Lebon, oltre all’apparizione del cantante Kid Creole nei panni di Duke Ellington.
E a proposito di Duke Ellington, è un altro dei grandi protagonisti della pellicola. I suoi brani regalano una frizzante atmosfera jazz alla prima parte del film, risultando un personaggio aggiunto, non solo un accompagnamento di sottofondo. “Chloé” è un suo pezzo, ma è anche il nome della protagonista femminile ed è inoltre usato nella scena del ballo cult del film, lo sbircia sbircia, così come un altro suo brano è “Mood Indigo”, usato come titolo per la pellicola negli USA e pure da noi. Per quanto riguarda la parte musicale, il Gondry sembra quindi sia stato molto fedele a Boris Vian, che nella prefazione de La schiuma dei giorni scriveva: “Sono solo due le cose che contano: l’amore, in tutte le sue forme, con belle ragazze, e la musica di New Orleans e di Duke Ellington. Tutto il resto è da buttar via, perché è brutto...”



Mood Indigo non è allora una pellicola facile, per niente, e non è nemmeno una pellicola perfetta. Non tutto funziona benissimo, la parte drammatica conclusiva è un filo meno riuscita rispetto alla magnifica leggerezza comedy del primo tempo, e nelle due ore e passa c’è il forte rischio di perdersi, noi spettatori così come forse pure lo stesso Gondry. Eppure nella sua straripante, pure troppo, creatività, Gondry ci regala varie pagine di poesia cinematografica, come nel sognante primo appuntamento dei protagonisti, o come ATTENZIONE SPOILER nel loro particolarissimo matrimonio o nella loro luna di miele FINE SPOILER.
Oltre che ai videoclip del passato, la complessità del film rimanda a Synecdoche, New York, il film d’esordio alla regia del suo amichetto e collaboratore Charlie Kaufman. Segno che a entrambi l’ambizione e la creatività certo non mancano. A volte, sembra che abbiano persino troppe idee per una pellicola sola ed è il caso di questo Mood Indigo, che può essere visto come un capolavoro mancato, o come uno splendido film non del tutto riuscito. Può essere visto come una creatura più frutto della mente di Vian o più di quella di Gondry o come la folle somma di tutti e due. Due spotless minds, ma più che altro due crazy beautiful minds.
Adesso basta scrivere. Vado a saltare sui letti e, soprattutto, a ballare lo sbircia sbircia.

(voto 7,5/10)
Cannibal Kid

lunedì 16 settembre 2013

Quelli di... Senza Palco - Le prime foto

Ed eccoci qui, come nelle edizioni precedenti, stanchi ma contenti a ringraziare tutti quelli che sono possati a trovarci e che hanno ammirato le quattro artiste che si sono esibite sabato 14 settembre.
Un gran bel successo questo della terza edizione di Senza Palco che speriamo di ripetere nelle prossime edizioni.
Un grazie di cuore a tutti coloro che si sono fermati al banchetto che avevamo predisposto per la raccolta fondi di Nemmeno con un fiore (nei prossimi giorni torneremo su questo argomento), a quelli che hanno detto la loro ai microfoni di Radiopanesalame (grazie a Fra Diggei) e a chi aspetta ogni anno di rivederci in piazza con il nostro festival...
Iniziamo con pubblicare qualche foto di Carla Carucci ha ha aperto le danze (grazie a Paolo Tamburini)... a presto con il resto ;-)