Glauco se ne stava sulla branda tentando di familiarizzare con la penombra ma, avendone viste fin troppe di cose non chiare, era troppo suscettibile per riuscire a rilassarsi e dormire di botto. Così, i fantasmi che lo avevano in custodia fecero presto ad arrivare per tormentarlo. Non aveva mai avuto vita facile con quegli esseri inquieti e dalle mille facce strane. Scrutò il soffitto per tentare di scacciarli e iniziò a porsi degli interrogativi. Il treno delle due e trenta passò puntuale sotto la finestra con il suo carico di anime tremolanti, facendo oscillare le pareti della casa. Hai voglia a credere a tutti quei progetti, a quei tentativi per continuare a fare quello che avevi sempre fatto. Ogni sforzo è inutile se il destino non ha l'intenzione. Persino ritrovare dentro di sè quello slancio furioso è complicato. Mentre un angoscia profonda lo prendeva si sentii sempre più solo. Bisogna cadere in piedi, pensava, ma con l’età ad un certo punto la musica che hai dentro finisce. E non ha più voglia di ballare con la vita. Nel buio si era giocato pure quel po’ di sonno ristoratore. Assopirsi con tutti quei dubbi, quelle paure, quegli enigmi che gli rimbalzavano nella mente, non era per niente facile.


Uscì dalle tenebre del suo appartamento che erano le quattro del mattino. La strada lo prese con sè, insieme agli altri nottambuli. Lungo il marciapiede, mentre si mescolava con la città, pensò che doveva stare attento a non cadere in nessuna discordia. Quel che restava di lui avrebbe fatto bene a ficcarlo nel primo tombino che incontrava, cosi da non cedere a nessun impulso. Si sa che i desideri dei pezzenti sono puniti con durezza. Dove è scuro come un cunicolo ed umido come la rugiada, dove i rischi sono molti ed i piaceri pochi, dove la pioggia non cade mai ed il sole mai risplende. E' scuro come un cunicolo giù nelle miniere. (Dark As A Dungeon)

Quello che in seguito fu conosciuto come l’uomo in nero, nacque a Kingsland in Arkansas il 26 febbraio del 1932, in piena depressione economica. Figlio di mezzadri poverissimi, a soli sei anni si trovò a lavorare nei campi aiutando, come poteva, i suoi genitori. Lo diceva la mia mamma e me lo diceva anche la mia maestra che ci sono un sacco di lavori che posso fare, asciugare i piatti, spazzare il pavimento. Ma se lavoreremo tutti assieme non ci vorrà un granché. (All Work Toghether - Woody Guthrie). L’America era in ginocchio, ridotta alla fame. Ovunque ci si girasse a guardare, c’era dolore, disperazione. In questo clima di assoluto abbandono, Johnny Cash crebbe dedito all’introspezione. La musica popolare americana, che gli arrivava per radio attraverso le canzoni di Jimmie Rodgers e della Carter Family, ben presto divenne la sua amica speciale. E poi vedo l'oscurità, e poi vedo l'oscurità. Non sai quanto ti voglio bene? E’ una speranza che in qualche modo tu possa salvarmi da questa oscurità... (I See A Darkness).
Glauco s’infilò per una stradina stretta e malridotta che lo portò all’ingresso laterale del mercato ortofrutticolo. Il guardiano lo salutò e, come faceva sempre, gli chiese una sigaretta che lui gli negò, solo perché non ne aveva. Quel tizio, a sentir parlare gli altri scaricatori, era un magnaccia rotto in culo per quella sua attitudine a mangiare a ufo. Ma a lui di tutta questa faccenda non gliene importava granché. Aveva ben altri pensieri su cui arrovellarsi. Raggiunse il box numero 16, si cambiò e prese a svuotare il tir frigorifero che era arrivato qualche ora prima. Lavorò in silenzio fino alle due del pomeriggio e quando terminò si spogliò, passò dalla cabina dove c’era accomodato il padrone. Se ne andò via dopo aver messa in tasca i trentacinque miserabili euro che il capo gli allungò. Non appena fuori dal mercato, prese il tram e, giacché era senza biglietto, si posizionò vicino la porta in modo che, se fosse salito il controllore, sarebbe sceso al volo. Il chiosco-bar vicino la stazione centrale aveva cambiato proprietario e da allora c’era la fila a qualunque ora del giorno. Con tre-quattro euro si riusciva a mangiare e bere decentemente. Si mise in fila e al suo turno ordinò dei panini e una birra piccola. Poi si diresse nella villetta attigua e si sedette su una panchina. I colombi lo accerchiarono appena addentò la pagnottella. Glauco li scacciò in malo modo. Mangiò pensando che la vita si era trasformata in un lungo rifiuto e che, non avendo mezzi economici, tutto si era complicato terribilmente. Aveva perso pure l’abitudine a fantasticare. A furia di prendere legnate, era pieno di escoriazioni e ferite. Se avesse potuto guardarsi l’anima allo specchio, sicuramente si sarebbe spaventato per come era scrostata. Un treno che stava entrando in stazione fischiò lungamente facendolo trasalire. Boom Chicka Boom. Sento quel treno che arriva, arriva da dietro la curva. Non ho più veduto la luce del sole da talmente tanto tempo che nemmeno io mi ricordo da quando. (Folsom Prison Blues - J.C.)


Gli sembrò che stesse camminando sulle sabbie mobili, vigili e pronte a risucchiarlo al primo passo falso. Certo, aveva anche lui giocato e vinto, altre volte perso. Ora, però, procedeva a tentoni zigzagando, frenando e accelerando, sempre meno sicuro che tutto questo servisse a qualcosa. Tentava di fare il duro con se stesso, ma sapeva bene di mentire. Era come un fiore nel buio. Sentiva il bisogno di aiuto, di essere protetto. Sotto quel cielo tentava di trovare un percorso sicuro, lontano dall’oscurità del passato e del futuro. Ascolta quel triste caprimulgo, sembra troppo triste per volare. Si sente il tenue lamento del treno di mezzanotte E io sono così triste che potrei piangere. Non ho mai visto una notte così lunga dove il tempo passa così lentamente La luna si è appena nascosta dietro una nuvola per nascondere il suo volto e piangere. (I’m So Lonesome I Could Cry - Hank Williams)

Glauco rientrò in casa e si lasciò cadere sulla poltrona, sistemò la macchina da scrivere. Scuro Come Un Cunicolo, punto e a capo. Il tasto della macchina si abbatté sulla carta come una goccia di sangue nel lavandino. Scrisse di getto e continuò a scrivere fin quando il treno delle due e trenta non passò, con il suo carico di anime tremolanti, facendo oscillare le pareti della casa. Delia, oh Delia, come può essere successo? Volevi tutti quegli ubriaconi, non hai mai avuto tempo per me. Tutti gli amici che avevo sono morti (Delia).
2 commenti:
che..,il titolo esatto è "scuro come un cunicolo" grazie ciao
corretto...perdonami...
Posta un commento