American Tabloid è il capolavoro di James Ellroy. Lo scrittore losangelino ha da to alla luce altri splendidi romanzi del calibro di L.A. Confidential, Dalia Nera o Il grande nulla, ma American Tabloid ha quel je ne sais quoi che gli ha permesso di balzare in cima alla classifica dei miei libri preferiti (tra quelli scritti da Ellroy ma anche in senso assoluto). American Tabloid è la Storia americana della seconda metà del XX° secolo. Sappiamo tutti, o almeno ne abbiamo il sentore, che la Storia come ce la raccontano, soprattutto quella moderna, è edulcorata, resa presentabile dai media e dai governi a uso e consumo dell’opinione pubblica (basti pensare alla tragedia dell'11/09). Ellroy mette nero su bianco la sua versione. Una versione romanzata sicuramente, fantasiosa forse, ma comunque possibile. Chissà che alcuni avvenimenti che lo scrittore ci racconta non siano andati pressappoco come lui ipotizza. Ellroy ci regala allo stesso tempo una versione rivista e corretta di un ben preciso periodo storico e un romanzo di eccezionale caratura.
Il periodo preso in esame dallo scrittore è quello che va dalla fine del 1958 coincidente con l’ascesa del clan Kennedy ai vertici della scena politica americana fino all’assassinio di JFK nel novembre del 1963. Tre sono i protagonisti che Ellroy sapientemente inserisce, con le loro storie le loro azioni e le loro personalità, nella narrazione degli eventi principali che caratterizzarono la cronaca di quegli anni. I fatti realmente accaduti e quelli messi in moto dai tre soggetti di cui sopra si amalgamano in maniera fluida e credibile andando a creare u
n affresco di assoluta credibilità. Kemper Boyd, Ward J. Little e Pete Bondurant sono personaggi in continua evoluzione, agenti F.B.I. i primi due, faccendiere per Howard Hughes l’ultimo. Questo in principio. Alla fine del libro le carte si saranno più volte mescolate in favore di scenari completamente diversi.
Addentrandoci nelle pagine del romanzo potremo seguire le vicende di Howard Hughes, produttore cinematografico e proprietario della Hughes Aircraft, uno degli uomini più ricchi d’America, godremo delle apparizioni di grossi nomi dello spettacolo come Frank Sinatra e Marylin Monroe. Grande risalto avranno ovviamente le vicende dei fratelli Kennedy e del loro padre, personaggio del quale avremo parecchie cose da scoprire. Centrali saranno anche le manovre della malavita organizzata: Carlos Marcello, Santo Trafficante e Sam Giancana su tutti sono gli uomini di punta dell’organizzazione. Legati a loro una schiera di personaggi minori ma soprattutto la questione Cubana. Ci sono da difendere gli interessi dell’organizzazione nell’ambito del gioco d’azzardo nell'isola, assisteremo quindi alle manovre legate alla rivoluzione cubana, Castro, Batista fino ad arrivare all’episodio della Baia dei porci.
Jimmy Hoffa e il sindacato dei trasporti sono un altro tassello indispensabile del mosaico. L’F.B.I., J. Edgar Hoover, la C.I.A., il Ku Klux Klan, non manca proprio nessuno. La crociata di Bobby Kennedy contro la mafia, la passione di John Kennedy per le donne, i guadagni derivanti dall’eroina, i vizi, le debolezze, il potere, sono tutti elementi chiave di questo splendido romanzo.
Si arriva all’omicidio di John Kennedy con la sensazione di aver letto qualcosa di unico (almeno per me è stato così). Ma non disperiamo. Ellroy ha già pubblicato Sei pezzi da mille e Il sangue è randagio che proseguono la Sua versione della Storia americana proprio da dove American Tabloid ci aveva lasciati.
Il periodo preso in esame dallo scrittore è quello che va dalla fine del 1958 coincidente con l’ascesa del clan Kennedy ai vertici della scena politica americana fino all’assassinio di JFK nel novembre del 1963. Tre sono i protagonisti che Ellroy sapientemente inserisce, con le loro storie le loro azioni e le loro personalità, nella narrazione degli eventi principali che caratterizzarono la cronaca di quegli anni. I fatti realmente accaduti e quelli messi in moto dai tre soggetti di cui sopra si amalgamano in maniera fluida e credibile andando a creare u
n affresco di assoluta credibilità. Kemper Boyd, Ward J. Little e Pete Bondurant sono personaggi in continua evoluzione, agenti F.B.I. i primi due, faccendiere per Howard Hughes l’ultimo. Questo in principio. Alla fine del libro le carte si saranno più volte mescolate in favore di scenari completamente diversi.
Addentrandoci nelle pagine del romanzo potremo seguire le vicende di Howard Hughes, produttore cinematografico e proprietario della Hughes Aircraft, uno degli uomini più ricchi d’America, godremo delle apparizioni di grossi nomi dello spettacolo come Frank Sinatra e Marylin Monroe. Grande risalto avranno ovviamente le vicende dei fratelli Kennedy e del loro padre, personaggio del quale avremo parecchie cose da scoprire. Centrali saranno anche le manovre della malavita organizzata: Carlos Marcello, Santo Trafficante e Sam Giancana su tutti sono gli uomini di punta dell’organizzazione. Legati a loro una schiera di personaggi minori ma soprattutto la questione Cubana. Ci sono da difendere gli interessi dell’organizzazione nell’ambito del gioco d’azzardo nell'isola, assisteremo quindi alle manovre legate alla rivoluzione cubana, Castro, Batista fino ad arrivare all’episodio della Baia dei porci.
Jimmy Hoffa e il sindacato dei trasporti sono un altro tassello indispensabile del mosaico. L’F.B.I., J. Edgar Hoover, la C.I.A., il Ku Klux Klan, non manca proprio nessuno. La crociata di Bobby Kennedy contro la mafia, la passione di John Kennedy per le donne, i guadagni derivanti dall’eroina, i vizi, le debolezze, il potere, sono tutti elementi chiave di questo splendido romanzo.
Si arriva all’omicidio di John Kennedy con la sensazione di aver letto qualcosa di unico (almeno per me è stato così). Ma non disperiamo. Ellroy ha già pubblicato Sei pezzi da mille e Il sangue è randagio che proseguono la Sua versione della Storia americana proprio da dove American Tabloid ci aveva lasciati.
Ps. Ringraziamo e diamo il benvenuto a La Firma Cangiante con il suo primo post per il nostro blog
3 commenti:
Amo questo libro, e l'ho letto almeno tre volte!
Tre volte anche io :)
Grazie a Black e al Che per avermi ospitato su queste pagine :)
E io confesso che, invece, non l'ho mai letto., nemmeno una volta Quindi, faccio tesoro della bella recensione della Firma, e lo metto in lista per gli acquisti :)
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