giovedì 17 maggio 2012

Edward Bunker


Edward Bunker non ha avuto una vita facile, tutt’altro. Per rendersi conto di quanto sia vera questa affermazione è sufficiente leggere il toccante “Little Boy Blue”, traducibile con piccolo ragazzo triste, autobiografia dello scrittore che copre il periodo dell’infanzia fino ai 17 anni, età alla quale Bunker verrà condannato e rinchiuso a San Quentin ottenendo il primato di più giovane recluso in assoluto del penitenziario. Nonostante Bunker si sia fatto svariati anni di carcere per errori che realmente ha commesso, non si può non provare pena per quel ragazzino che, azione dopo azione, abuso dopo abuso, errore dopo errore, si trasformerà nella sua versione adulta.
In “Little Boy Blue” seguiamo l’infanzia di Alex Hammond, alter ego di Bunker stesso, figlio di una madre che di lui si disinteressa completamente e di un padre che, pur affezionato al ragazzo, non riesce a mantenerlo. Così Alex passa da un collegio militare all’altro, cambia famiglie affidatarie e prova l’esperienza dei riformatori. Le crisi violente, manifestazione del rifiuto e del dolore procuratogli da questa situazione, lo portano a dover scontare spesso punizioni da lui ritenute ingiuste. Il ragazzo sviluppa un’avversione per le autorità che gli porterà altro dolore e gli alienerà la possibilità di un reinserimento nella società. Le esperienze che Alex/Bunker dovrà affrontare sono terribili per un bambino di undici anni o poco più e faranno male anche al lettore di questo libro. Sul passaggio a San Quentin si chiude l’autobiografia della prima parte della vita di Bunker. Verrà in seguito ripresa nel libro “Educazione di una canaglia”.
Lo stile di Bunker è denso e corposo, non facile ne scorrevole, maturato con la lettura in carcere di moltissimi libri e da una particolare predisposizione dello scrittore per la letteratura russa.
I libri di fiction scritti da Bunker hanno qualcosa di indefinibile.
Leggendo “Come una bestia feroce”, racconto di un’ipotetica seconda possibilità trasformatasi nel tentativo di rapina a mano armata, si ha l’impressione di star leggendo la realtà. Bunker evita ogni spettacolarità, ogni esagerazione, i personaggi sono veri le situazioni veritiere.
Ottima prova anche in “Animal factory”, romanzo d’ambientazione carceraria. Anche qui la sensazione che si ha leggendo le pagine di Bunker è quella di estremo realismo.
Dopo il successo letterario, arrivato verso la metà degli anni ’70, arriverà anche la possibilità di una vita tranquilla grazie anche ai molteplici incarichi ricevuti come consulente nel settore cinematografico. Anche il suo volto è ormai diventato popolare grazie all’interpretazione di Mr. Blue ne “Le iene” di Quentin Tarantino, grande fan dei romanzi di Bunker. Dopo la morte di Bunker (2005) sono usciti ancora due romanzi postumi, “Stark” del 2006 e “Mia è la vendetta” del 2009.

La Firma Cangiante

5 commenti:

MrJamesFord ha detto...

Un grandissimo, protagonista di una vita unica, vissuta dal primo all'ultimo giorno.
Come una bestia feroce resta uno dei miei romanzi preferiti in assoluto.

La firma cangiante ha detto...

Grandissimo romanzo in effetti, di Bunker ho ancora delle cose da tirar fuori dal cassetto.

Sempre felice di tornare da queste parti :)

Anonimo ha detto...

Mi manca una buona parte dell'opera di Bunker da leggere, ma credo che "come una bestia feroce" sia qualche cosa di veramente indimenticabile.

Bartolo Federico ha detto...

unico,immenso.

Elle ha detto...

Ne ho sentito parlare, ma ancora non ho letto nulla. Sembra interessante..