Partiamo per una volta dalle note
dolenti: Sei pezzi da mille non è all’altezza del suo
predecessore.
E’ un buon libro, lo stile di Ellroy
è sempre riconoscibile e le tematiche portate avanti sono le
medesime. Non potrebbe essere altrimenti: la Storia Americana è
bagnata nel sangue, trame oscure scorrono sotto la superficie e il
mondo non le vede, Ellroy ce le racconta.
A Dallas qualcosa è andato storto,
l’attentato è riuscito ma qualcosa trapela. Qualcuno ha visto,
qualcuno ha sentito. I protagonisti del precedente romanzo (e lo
saranno anche di questo, almeno alcuni) devono mettere le cose a
posto e fare i conti con la propria coscienza. Ne vengono fuori
personaggi forse più realistici ma meno epici, meno coinvolgenti,
schiacciati dalla Vita. Almeno uno dei cardini del precedente romanzo
qui non è presente (non vi svelerò quale, tranquilli), ed era uno
di quelli di maggiore fascino. Nuovi protagonisti ne prenderanno il
posto ma nessuno, nemmeno Wayne Tedrow Jr. l’uomo con i sei
pezzi da mille del titolo, riuscirà a eguagliarne il carisma.
Si ha inoltre la sensazione che la
storia vera, quella con la S maiuscola, sia lontana questa volta. Se
escludiamo la parte finale del libro (di ben 760 pp.), sembra che i
personaggi interagiscano meno con gli eventi realmente accaduti e
anche le vicende dei veri protagonisti della Storia sembrano
osservate da una certa distanza. Se in American Tabloid
seguivamo da vicino quel che succedeva ai fratelli Kennedy, ai
signori della malavita, a Jimmy Hoffa e via discorrendo, in
questo seguito sembra di non avvicinarsi mai a Bobby Kennedy,
a Martin Luther King, a Howard Hughes o a Lyndon B.
Johnson. Si ha di questi personaggi una visione esterna.
I motivi di interesse restano comunque
numerosi. Oltre a vedere come si evolveranno le vite degli uomini ai
quali ci siamo ormai affezionati leggendo American Tabloid, si
potrà seguire l’influenza che su di loro avranno la politica di
Lyndon Johnson, la guerra in Vietnam, le macchinazioni di J. Edgar
Hoover e il movimento per i diritti civili in favore dei neri
d’America portato avanti da Martin Luther King.
Grande importanza rivestiranno le donne
dei protagonisti. Donne che odiano la Vita nella quale sono
invischiati i loro compagni, donne maltrattate che non dimenticano,
donne che tornano sotto forma di fantasmi dal passato. Donne in gamba
e scaltre quanto e più dei nostri protagonisti.
Una delle costanti di questo romanzo è
il tradimento. A chi ancora interessano le vecchie cause come quella
Cubana? A chi sta a cuore il destino dei soldati americani in
Vietnam? A chi invece interessano solo la droga e i guadagni che
questa (com)porta? Quanti sono disposti a girare le spalle a vecchi
compagni con i quali hanno condiviso la Storia e non una semplice
birra?
Altra grande protagonista è la città
del peccato, Las Vegas, con i suoi casinò, con la mafia e con il
desiderio di un ormai sbiellato Howard Hughes di diventarne il
padrone.
Ancora un romanzo d’odio, di sangue,
di violenza ma anche di ideali e di amore.
Ricreare l’atmosfera di American
Tabloid era difficile e infatti questo libro non ci riesce.
Rimane comunque una buonissima lettura alla quale i fan del primo
romanzo non potranno resistere.
4 commenti:
A me manca anche American Tabloid sarà il caso di recuperarli in ordine ;)
Si, leggerli in ordine è tassativo. E' anche tassativo leggerli e basta :)
Segnati ;)
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