La classe
(Francia 2008)
Titolo originale:
Entre les murs
Regia:
Laurent Cantet
Cast:
François Bégaudeau, Nassim Amrabt, Laura Baquela, Cherif Bounaïdja
Rachedi, Juliette Demaille, Dalla Doucouré, Louise Grinberg
Genere: scolastico
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“Ti ricordi che meraviglia, la festa
delle medie?”
Certo, Elio. Però questa è un’altra
storia. Un’altra epoca. Un’altra nazione. La scuola media
presentata ne La classe è tutto un altro mondo. Rispetto ai tempi di
“Tapparella” e pure rispetto al cinema italiano.
Una full immersion totale entre les
murs, tra le mura di una classe di terza media, un quasi documentario
che segue tutto ciò che avviene al suo interno. Detto così non
sembra il massimo della vita e dell’interesse e invece il film ha
un ritmo indiavolato.
Senza l’ausilio di musiche, senza
effetti cinematografici elaborati, le macchine da presa si limitano a
seguire da vicino, da vicinissimo, gli studenti e il professore di
lettere perno del racconto. Il protagonista è uno straordinario
François Bégaudeau, pure autore del romanzo semi-autobiografico da
cui la pellicola è stata tratta. Un vero insegnante nei panni di un
insegnante. Beh, insomma. Non dev’essere stato molto difficile per
lui entrare nella parte. Un po’ come Eminem a fare il rapper in 8
Mile. E vabbè, sono bravi tutti a recitare così, facendo se stessi.
Togliamo il mestiere agli attori veri: la Manuelona Arcuri, per
esempio, che indossa vesti per lei totalmente inedite come quelle
della carabiniera. Lei sì che offre una grande prova di versatilità…
No, eh?
La smetto di dire stronzate?
La smetto.
Mi siedo nel banco in fondo e la pianto
di disturbare la lezione. Scusi, prof.
A colpire in una pellicola
dall’impronta così fortemente documentaristica è la cura nei
dialoghi, un confronto incessante, tamburellante, senza soste tra il
prof. e i ragazzini della classe, un branco di giovani (non) attori.
Botta e risposta di un adulto che parla loro come a degli adulti,
evitando sia di trattarli come bambini che di fare il ggiovane a
tutti i costi. Una serie di dialoghi senza soste che ci raccontano
della vita nella Francia di oggi, o meglio di ieri visto che il film
è del 2008 e ci sono vari riferimenti calcistici al periodo
post-Mondiali 2006 (“Odio Materazzi”, dice un ragazzino
illuminato).
Proseguendo nella tematica calcistica,
possiamo dire che la scuola media è forse il “campo da gioco”
più duro per un professore. Non si trova a dover avere a che fare
con dei bambini, come alle elementari, né con degli adolescenti veri
e propri, come alle superiori. Si trova nella difficilissima terra di
mezza dell’era tween, quel periodo in cui ti trattano tutti come se
fossi ancora un bambinetto, mentre tu ti senti ormai un teenager, o
quasi.
Il regista Laurent Cantet sceglie di
mostrarci questa età evitando, proprio come l’autore/attore
François Bégaudeau, di fare il Moccia della situazione. Ci
scaraventa nella vita di una classe di terza media ma non ci ammorba
con un pruriginoso interesse sulle storielle sentimentali e sugli
amori 14, preferendo documentare uno spaccato realistico della
società multietnica attuale. Lo fa usando dei ragazzini in età
harrypotteriana, ma alla fine riesce a fotografare la società
attuale tutta. Tutta francese e parigina, certo, però anche le
classi italiane di oggi non sono poi così distanti.
Oddio, forse le classi di Rosello, il
paesino in Abruzzo che ha letto Moccia come sindaco (ma peeerché?),
sono davvero distanti.
Dentro La classe ci sono i conflitti
razziali e culturali, più che quelli generazionali. C’è un cinema
realista, ma che tuttavia non abbandona mai un tocco artistico, uno
sguardo cinematografico sempre ben presente. Ci sono dialoghi che
passano con disinvoltura dalla leggerezza alla profondità, dalla
battuta ironica al risvolto drammatico. C’è la vita e c’è il
cinema, degno di una Palma d’Oro, un cinema che negli anni
successivi condurrà ad altre opere dal french touch simile, come
Polisse e 17 ragazze (che vedrà come protagonista la qui esordiente
Louise Grinberg).
In Italia, ben che vada, tra gli esempi
di fiction “scolastica” migliore mi vengono in mente I liceali.
Serie che guardi e pensi anche: “Carina”. Però, dopo aver visto
il film di Cantet, ti rendi conto che i francesi hanno davvero tutta
un’altra classe.
(voto 8/10)
3 commenti:
Ricordo che quando ne parlai io dalle mie parti non l'avevi ancora visto.
Sono contento di scoprire che per una volta hai fatto fruttare un mio consiglio.
Grande film!
Cantet è il regista di un film che ho adorato ( Risorse Umane ).Questo, direi che è anche migliore.Imperdibile.
ford, sei il solito egocentrico. :D
vuoi prenderti pure il merito di aver scoperto questo film?
ti ricordo che ha vinto solo la palma d'oro, e già nel lontano 2008...
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