La scandalosa vita di Bettie Page
(USA 2005)
Titolo originale: The Notorious
Bettie Page
Regia:
Mary Harron
Cast:
Gretchen Mol, Jared Harris, Sarah Paulson, David Strathairn, Lily
Taylor, Chris Bauer, Norman Reedus, Cara Seymour
Genere: biopic
Se ti piace guarda anche: Larry
Flynt - Oltre lo scandalo, Ho sparato a Andy Warhol, Marilyn
Prima cosa: che figa che era Bettie
Page.
Seconda cosa: che figa che è Gretchen
Mol nella parte di Bettie Page.
Per quanto riguarda la prima cosa: chi
è Bettie Page?
Come, chi è Bettie Page? Capisco che
se non avete 150 anni non abbiate vissuto in prima persona il periodo
in cui è assurta a notorietà, però andiamo, è un’icona che
avrete già visto sicuramente o quasi da qualche parte.
Bettie Page è la pin-up per
eccellenza. I più sporcaccioni e deviati tra di voi cari lettori
cannibali e de L’orablu sapranno che è anche un’icona del genere
fetish e del sadomaso, per via dei suoi scatti più piccanti e
provocatori. Quelli che hanno fatto gridare “Oooh” dallo scandalo
gli americani. Che comunque non ci va niente per far gridare “Oooh”
dallo scandalo gli americani, perlomeno se consideriamo gli americani
come una popolazione composta da una miriade di famiglie Camden
(quelli della fu serie Settimo Cielo) replicati in massa.
Per fortuna non è così, non in tutte
le parti degli United States of America, almeno, però quando Bettie
Page realizza i suoi scatti siamo negli anni Cinquanta e la società
americana è ancora più bigotta di oggi. Ma nemmeno troppo più di
oggi, comunque.
L’aspetto più interessante della
figura di Bettie Page, se non consideriamo la sua splendida figura
fisica, bensì la sua figura chiamiamola “personale e psicologica”,
è il conflitto dentro di lei tra la voglia di apparire, mettersi in
mostra e trasgredire, e la sua anima più conservatrice e religiosa.
In lei c’è un duello profondo tra le fotografie “peccaminose”
per cui posa, e per cui è felice di posare visto che lo vede come il
suo dono nei confronti dell’umanità, e una vocina che le dice che
ciò che sta facendo potrebbe essere sbagliato.
Questa lotta personale è un aspetto su
cui il film si concentra, ma forse si sarebbe potuto fare qualcosa di
più per rendere la complessità di questa figura. O forse no, perché
Bettie Page era sì combattuta, ma magari non era una figura così
complicata. Magari era solo un’ingenua ragazza degli anni ’50
cresciuta con una mentalità strettamente cattolica dentro un corpo
esplosivo.
L’altro elemento cardine della
pellicola è quello della censura. Come visto anche in Larry Flynt -
Oltre lo scandalo di Milos Forman, al termine della seconda guerra
mondiale gli americani hanno combattuto due battaglie principali: una
contro il comunismo, l’altra contro la pornografia. Messo da parte
lo spettro nazista, sono stati questi i due grandi nemici degli
U.S.A., prima dell’arrivo di Saddam Hussein e Osama Bin Laden.
Gli scatti di Bettie Page che non solo
posa nuda, ma viene spesso fotografata in pose bondage, ovviamente
scatena lo sdegno dell’opinione pubblica e gli istinti più
brutalmente censori. E pure qua il film avrebbe potuto offrire di
più: il conflitto tra la professione scandalo di Bettie non scatena
una vera e propria lotta nella sua famiglia, cosa che avrebbe potuto
dare una maggiore spinta drammatica alla visione. Le parti
processuali legate alla volontà di censurare le immagini offrono
qualche spunto interessante (i feticisti vengono visti come degli
psicopatici da curare, più pericolosi dei tossicodipendenti), ma
niente più.
Il film sulla scandalosa Bettie Page
avrebbe quindi potuto rischiare di più, spingersi in territori più
piccanti e politically incorrect. La via scelta dalla regista Mary
Harron sembra però essere stata un’altra e non affatto
disprezzabile, quella di realizzare sostanzialmente una commedia, in
cui gli episodi più drammatici (lo stupro di gruppo ai danni della
povera Bettie, il processo) non acquistano mai una parte
preponderante, preferendo tenere un’atmosfera più leggera e pop,
giocata a metà strada tra colori e b/n.
Mary Harron si conferma regista valida
e dotata di un tocco mai troppo pesante. Dopo gli anni 60s di Ho
sparato a Andy Warhol e gli 80s di American Psycho, è passata a
confrontarsi con i 50s di Bettie Page. Realizzando un’altra opera
ricca di spunti di interesse, eppure non riuscita fino in fondo.
A impreziosire la confezione di questo
biopic convincente, sebbene solo a metà, ci pensa la solida
produzione HBO Films e un cast telefilmico di primissimo livello. Si
intravedono il sempre bravissimo Jared Harris di Mad Men e Norman
Reedus di The Walking Dead, oltre a due nomi che non a caso verranno
poi ripescati nel circuito delle serie targate HBO: lo sceriffo di
True Blood Chris Bauer, e poi lei, la protagonista, la meravigliosa
Gretchen Mol di Boardwalk Empire.
Due parole su quest’attrice bisogna
pur dirle. E qui veniamo finalmente alla seconda cosa di cui
parlavamo a inizio post. Gretchen Mol ha una dote impressionante come
trasformista. Ogni volta che la vedo, sembra una persona diversa. Una
dote preziosissima e molto rara per un’interprete. Dalla biondina
tardo 90s di film come Donnie Brasco, Il giocatore - Rounders e Il
tredicesimo piano a Bettie Page alla giovanissima madre di Michael
Pitt nella serie Boardwalk Empire fino alla mora Bettina Page,
difficile riconoscere la stessa attrice. E invece è sempre lei e se
la cava sempre più alla grande. Ancora troppo poco utilizzata, ha un
potenziale davvero notevole, espresso pienamente in una
interpretazione di Bettie Page clamorosamente immersa nella parte e
clamorosamente ignorata dai grandi premi Oscar, Golden Globes etc.
È lei l’anima e (hard)core di questo
biopic. Scandaloso? Nah, fondamentalmente ingenuo e naif, almeno come
possono apparire oggi gli scatti della sempre Notorious and gorgeous
Bettie Page.
(voto 7/10)
<iframe width="560"
height="315" src="http://www.youtube.com/embed/Cd252I7A6NE"
frameborder="0" allowfullscreen></iframe>
1 commento:
Questo film, oltre a essere fatto bene, trasmette perfettamente il senso del perbenismo bigotto dell'epoca. È veramente un peccato sia stato così colpevolmente ignorato.
Posta un commento