In questi giorni ho
capito una cosa molto importante: perché Berlino in qualche modo mi
scioglie. Il mistero mi è stato svelato già a pagina 11, dove
Berlino viene definita come “la capitale europea verosimilmente
meno stressata”. D’altronde quando in un posto si vive certe cose
si danno per scontate e semmai ci si stupisce quando ci si rende
conto che altrove non è così.
Oggi, come da tradizione,
vi darò prima la cattiva notizia, che forse avevate già temuto con
la mia premessa: ho letto un altro libro che parla di Berlino.
Ma stavolta c’è anche
una buona notizia, anzi ce ne sono tre:
1) questo libro è una
sorta di guida, ma presenta Berlino da un punto di vista talmente
alternativo da sembrare logico, ovvero non come una vetrina da
ammirare, ma come un’amica da conoscere pian piano;
2) questo libro si legge
come una lunga fiaba, o come tante brevi favolette, a seconda della
vostra voglia del momento o del tempo a vostra disposizione,
rendendovi così flessibili come la Berlino rilassata di cui sopra;
3) dulcis in fundo (per
chi pensa che Berlino – Germania – lingua tedesca abbiano un
gusto amaro quasi aspro al quale non riusciremo mai ad abituarci): 1-
questo libro esiste solo in italiano, 2- e si rivolge
direttamente agli italiani, anche a quelli che non saprebbero nemmeno
loro perché sono finiti a Berlino per tre, sette, dieci giorni, o
forse per sempre, 3- e vi farà innamorare della città.
Si tratta di una guida di
Berlino, ma fra le righe leggerete amore per Berlino,
leggerete la consapevolezza che anche il Lettore si innamorerà della
città, che quel Lettore siete proprio voi, e che è a questo che vi
prepara il libro, che è in questo innamoramento inspiegabile
che il libro vi guida. Un innamoramento all’ italiana, nel senso
più poetico e pervaso di maraviglia del termine.
Quindi non è una normale
guida turistica, vi avviso.
Le normali guide
turistiche di Berlino (e io lo so, perché ne ho viste tante e
alcune, pensate, le ho pure lette) hanno una struttura ben precisa.
Innanzitutto, la lista di attrazioni consigliate è sempre la stessa,
ciò che cambia è come vengono presentate. Ci sono ad esempio guide
patinate con molte fotografie, e altre che a malapena hanno la foto
di copertina. Tutte hanno nel risvolto di copertina iniziale la mappa
del centro della città e alla fine del libro la mappa delle linee
della metro. Alcune guide sono suddivise per percorsi tematici di cui
dovrete seguire le singole tappe, pena non capire perché quello sia
stato chiamato “percorso consigliato”, altre sono suddivise per
possibili esigenze e supposte priorità: cultura e musei, mangiare e
dormire, divertirsi e rilassarsi eccetera. Quasi tutte offrono
informazioni aggiuntive, compresi gli indirizzi dei chioschi
d’informazioni turistiche, caso mai quelle della guida non vi
sembrino aggiornate o siano apparentemente incomplete. Alcune guide
però sono così scarne da sembrare semplici album fotografici con
didascalie lunghe.
Questo libro offre di
più, perché vi offre 101 Spunti per conoscere la città, intesi
come informazioni complete, sì, ma che vi invoglieranno ad
approfondire, conoscere, toccare con mano, sperimentare. Vi
invoglieranno ad esserci. Gli Spunti sono numerati, ma non
necessariamente devono essere letti in ordine, io ci ho visto tanti
possibili filoni di lettura, ma qui ve ne riporto solo tre, esatto.
Filone Numero 1: la
diversità si può far propria senza appianarla.
Le attrazioni “della
lista” non mancano nemmeno in questo libro, eppure questa rimane
una guida che vi accompagnerà alla scoperta dei vostri gusti,
e in 101 Spunti vi sfido a non trovarne almeno tre che li
rispecchino. Il libro inizia con la presentazione della città così
come la vedrebbe un italiano che ci arriva per la prima volta,
sappiamo che siamo diversi eppure quando arriviamo tutto ci sembra
stranamente assurdo o incredibilmente affascinante. La diversità
però non deve sembrare strana o incredibile, è del tutto normale, e
a Berlino ogni diversità trova il suo spazio vitale.
Le prime dieci
delle 101 cose da fare a Berlino almeno una volta nella vita*
illuminano le prime perplessità che a un italiano sorgono quando
arriva a Berlino, e che rispecchiano le fisse tipiche degli italiani,
ad esempio: 1- perché su tutte le mini-mappe della città, anche su
quella gratuita della società dei trasporti che avete preso
all’aeroporto, ci sono tutte le linee di metro e treni, poi
arrivate in città e la trovate attraversata anche da una miriade di
linee di tram e di bus di cui non sapevate nulla, però è come se i
vari mezzi di trasporto si fossero divisi le zone da servire? 2-
Perché l’omino del semaforo è così famoso, quasi più famoso
dell’orso simbolo della città? 3- Va bene l’indiano, va bene il
turco, va bene il messicano, va bene il greco, va bene pure il cinese
anche se l’ho mangiato l’altro ieri, va bene, ma: un ristorante
italiano non c’è? E con tutti questi ristoranti, i berlinesi
qualcosa di tipico ce l’avranno, no?
Insomma, converrete anche
voi che le paure tipiche degli italiani sono tre: usare i mezzi
pubblici, trovare traffico, morire di fame all’estero, ma questo
libro vi tranquillizza: rilassatevi, siete a Berlino, se rispettate
le piste ciclabili e non ci camminate sopra, sopravvivrete.
La cosa più strana che
troverete a Berlino? Al contrario degli italiani, che sono fissati
con l’igiene personale e con la pulizia della propria casa, i
tedeschi hanno la fissa dell’igiene, della pulizia e della cura
maniacale dei beni e dei luoghi pubblici.
Filone numero 2: non c’è
solo ciò che vedete in vetrina.
Gli Spunti dal Numero
11 al Numero 100 sono fra i più disparati, accanto alle
attrazioni più rinomate svelano anche curiosità più nascoste, di
quelle che potrebbe non capitarvi mai di incontrare per caso, perché
la vostra normale guida da quattro soldi ha la mappa del solo centro
e voi non conoscete nessun italiano che sia già stato a Berlino, o
che ci sia rimasto così a lungo da scoprire certi angoli non ancora
famosi. Vi raccontano anche curiosità sui palazzi particolari di cui
vi chiederete ”ma cos’è ‘sta roba?”, e su personaggi che
sentirete nominare qua e là. Se leggerete questo libro nella sua
interezza troverete tanti nomi di persone, di edifici, di luoghi, di
locali e spesso, tra parentesi, la via e il numero civico: non
lasciatevi spaventare, non dovete leggere tutte le vie, ma segnarvi
solo quelle degli Spunti che vi interessano (non per niente sono tra
parentesi, no?)*.
Alcuni degli Spunti li
leggerete solo per curiosità, perché forse non vi interesserà
tentare di entrare nella discoteca più famosa e con la selezione più
rigida all’ingresso, in nessuno dei tre giorni in cui fa orario
continuato ininterrotto, cioè nemmeno il primo giorno quando è
vuota e dovrebbero far entrare cani e porci, e nemmeno il terzo,
quando i meno resistenti son già andati a casina. Altri Spunti
saranno nella vostra lista sin da subito, poi incomincerete una
seconda lista, erroneamente chiamata “di riserva”, e poi una
terza, segretamente chiamata “a tema”, come a dire che vi siete
già immaginati il vostro percorso, per poi temere che il tempo non
vi basterà, anche se una volta a Berlino, e fatta amicizia con i
mezzi pubblici così presenti e puntuali, riuscirete a spuntare molte
delle voci delle vostre liste, per poi accorgervi che, senza volerlo
consciamente, avete in realtà costruito pian piano, e guida Berlino
101 alla mano, una quarta lista, più interessante, più
personalizzata, in qualche modo più adatta alla “vostra”
Berlino. E sentirete spesso parlare de “la mia Berlino” perché
ognuno ha la sua, ve ne accorgerete appena l’avrete conosciuta. O
forse non lo dirà mai nessuno, ma voi saprete che è così. Infine,
alcuni Spunti li terrete per la prossima volta, perché un’altra
cosa che succederà a vostra insaputa, sarà il nascere e crescere
dentro di voi della consapevolezza che a Berlino ci tornerete. E
questo libro vi aiuterà a capirlo un po’ prima.
Gli Spunti offerti sono
storici, architettonici, letterari, musicali, mondani, teatrali,
artistici e artistico-stravaganti, sportivi, ambientalistici e di
vita quotidiana (per chi vorrà fare il biglietto di sola andata), e
ci sono pure consigli pratici: siti internet da consultare, riviste
da sfogliare, abbigliamento da indossare davanti a buttafuori
pignoli, quale biglietto comprare e dove, cosa fare delle bottiglie
vuote, quali pregiudizi giustificabili lasciare a casa e quando.
Questa guida è una sorta di amica che vi presenta un’amica, la
quale ha pregi e difetti come tutti, ma che non potrà non piacervi
una volta che l’avrete conosciuta meglio, una volta che avrete
“imparato a conoscerla”, come si dice in tedesco, basta sapere
come prenderla (lo dico per i più restii a fare nuove amicizie). Io
stessa, che leggo per il 50% libri che parlano di Berlino (e ora non
ditemi che non ve ne eravate accorti), ho sorriso nel ritrovare
alcune curiosità che solo se si vive in una città, fra i suoi
abitanti, si possono scoprire: piccole manie come quella di mettere i
soprannomi ai palazzi, soprattutto quando non si approva tanto
quell’ennesima opera edilizia. A prima vista, infatti, la
tolleranza di Berlino si manifesta soprattutto quando viene demolito
e ricostruito un palazzo, o quando viene progettato ex-novo in un
luogo improbabile, con forme impossibili e di dubbia utilità. Eppure
anche i berlinesi si lamentano inascoltati, perciò palazzi
spariscono e risorgono a Berlino, e il vuoto che si crea o il nuovo
palazzo che viene costruito, si becca a quel punto un bel soprannome.
Vi capiterà di passare davanti al Palazzo della Cancelleria
federale, un edificio moderno, bianco, geometrico, con enormi
vetrate, alcune tonde: questo è quello che sembra a me quando lo
guardo, ma i berlinesi, quando l’hanno visto la prima volta,
l’hanno soprannominato “la lavatrice”*. Ma non solo i
soprannomi vi verranno svelati in questo libro, bensì anche altri
termini molto usati dai berlinesi, che saranno anche famosi per
essere musoni, ma che non mancano di un certo senso dell’umorismo.
Vi riporto ora una frase trovata su internet in questi giorni, che vi
preparerà alla vostra vacanza, se deciderete di farla tra luglio e
agosto: “Adoro l’estate berlinese, per me è la più bella
settimana dell’anno”.
Il terzo filone che ho
individuato è seminascosto fra le righe, prima di leggerlo lo
sentirete. Se all’inizio vi sembrerà che questo libro, pur
nella sua atipicità, sia in fondo una guida per turisti di
passaggio, man mano vi renderete conto che non solo vi siete
innamorati della città e vorreste restarci per sempre, ma che questo
libro è proprio dedicato a persone come voi. È vero, voi potreste
essere davvero persone che a Berlino si sono trasferite in cerca di
lavoro (e non faccio riferimento solo al tormentone dell’anno “in
Italia c’è crisi”, perché gli italiani berlinesi d’adozione
hanno una tradizione più lunga che ha origini nella canzone “voglio
imparare il tedesco, lo voglio imparare in Germania, a Berlino per la
precisione”), ma è più probabile che siate partiti con l’idea
di comportarvi come ammirati turisti di passaggio, purtroppo però
non riuscirete ad esserlo. Una volta arrivati in città,
finite le prime presentazioni, vi si affaccerà alla mente
gradualmente un pensiero strano, un pensiero che vi farà sorridere
nella sua assurdità, ma che allo stesso tempo non vi sembrerà poi
tanto incredibile. Un pensiero alimentato dalla scoperta che a
Berlino da anni vivono stranieri che continuano a non sapere una
parola di tedesco, che davvero sentire il tedesco per strada è
difficile, che si spende poco, che quello che state vivendo come
turisti a Berlino è la vita quotidiana, perché Berlino non è solo
una metropoli alternativa e all’avanguardia, ma è la città dei
parchi, dei parchi giochi per bambini, dei giochi di una volta, delle
famiglie giovani e non, delle notti al museo, delle biciclette come
mezzo abituale di trasporto, dei vecchietti che camminano tenendosi
per mano, della cacca di cane sui marciapiedi e all’improvviso vi
sentirete davvero rilassati. Lo Spunto Numero 101 vi propone
di vivere la città per scoprire da soli il vostro Spunto Numero 102.
Quello che sarà davvero il primo verso la vostra Berlino.
Questo libro è fatto per
essere tenuto in mano, per essere sfogliato con la crescente
sensazione di conoscere da sempre Berlino e il suo modo di essere, di
offrirsi, e voi salterete da uno Spunto all’altro grazie ai
rimandi, rapiti dalla vostra stessa curiosità vorrete saperne di
più, e non vi sentirete più turisti di passaggio, nemmeno quelli di
voi che andranno via davvero dopo tre, sette o dieci giorni, non
consulterete questo libro come una normale guida della città, ve
l’avevo detto, ma come un diario in cui di volta in volta
ritroverete voi stessi a Berlino. Nella vostra Berlino.
101 cose
da fare a Berlino almeno una volta nella vita di Chiara Fabbrizi
|
Ancora tre cosucce:
*Perché questo titolo?
Scommetto che la risposta oramai la sapete: perché ci vorrete
tornare almeno un’altra volta nella vita.
*Per questo viaggio alla
scoperta della vostra Berlino vi servirà una mappa dell’intera
città e dei dintorni (in tedesco “Berlin und Umgebung”), ovvero
di boschi, laghi e località.
*In questo libro non ci
sono foto, solo le fedelissime illustrazioni di Fabio Piacentini; le
foto fatele voi dall’angolazione che preferite, se invece volete
l’inquadratura ufficiale, compratevi le cartoline e usatele come
segnalibro.
9 commenti:
Molto bello e ,guarda un pò,aumenta a dismisura il desiderio di visitare la città per chi ,come me,non la conosce.
Grazie della bellissima recensione!
Un signor post e foto bellissime. Brava, ellina! :)
E allora è arrivato il momento di imparare a conoscerla, Badit, gambe in spalla e guida 101 in mano.
Quando il libro è bellissimo, la bellissima recensione si fa da sé: grazie a te per averlo scritto così bene!
Le foto, come le parole, vorrebbero invogliare a leggere il libro , almeno per scoprire cosa mostrano (per questo motivo stavolta non ho messo le didascalie) ;)
Questa è una rece fatta veramente con amore... per Berlino, ma non solo ;)
E' vero, c'è anche amore per la lettura e per i libri che coinvolgono, per le scoperte e per le nuove amicizie che crescono pian piano ma durano ;)
Complimenti, una recensione che stimola. Berlino è nei miei sogni da 25 anni, credo. Ho una zia che ci vive lì da 57 anni ed è buffo leggerla perché traduce l'italiano dal tedesco. Ma fu lei, col suo vestito da suora, che picconó il muro e conservo questo ricordo di cemento a casa mia. Quindi Berlino dici bene, è amore. Offre prospettive per tutti, anche per chi come me l'ha vista da centinaia di cartoline. Ci andrò, e questa guida farà al caso mio.
una delle mie più care amiche è di Berlino, ma vive a Milano. Lei una volta all'anno ritorna a Berlino, jn incognita dal parentado, per godersela con i tempi di turista. È amore pure questo...
Bellissima recensione, Elle! E tu lo sai che sono particolarmente affezionata a questo libro...
Sole, le cartoline di Berlino sono datate anche dopo un anno, perché è una città in continuo cambiamento. Anzi, per essere una vera cartolina di Berlino, qualunque sia l'oggetto, dovrebbe esserci da qualche anche il braccio di una gru! E i tempi da turista, a Berlino sono tempi quotidiani. Che aspetti a realizzare il sogno??
Silvia, lo so, tu sei stata galeotta!!
Posta un commento