Il sole, a picco sulle nostre teste, il
frinire, incessante, delle cicale è ormai entrato nelle orecchie
superato, per intensità, solo dal potente soffio del Mistral.
Camminiamo di buon passo per arrivare
alla Courtade, la spiaggia più piccola, meno accessibile, lontana
dal centro di Porquerolles, nostro buen retiro.
Nel dipartimento del Var, Porquerolles
è la più grande, la più conosciuta, la più (ahimè) turistica
delle isole di Hyères (les Iles d’Or). Tre isole (Porquerolles,
Port Cros, le Levant) e una manciata di spuntoni rocciosi che solo i
francesi, nella loro grandeur, riescono a definire isolotti. Siamo a
poco meno di 500km da Milano, a 20 da Tolone circa 50 da Marsiglia.
Piazzeforti militari (ben visibili i
resti dei forti) fin dal XVI secolo, nelle epoche successive videro
passaggi di ogni tipo di soldati ed eserciti, fini alle navi degli
alleati che, nel 1945 andavano a liberare la Provenza.
Storia un po’ diversa per le Levant,
da covo di pirati, nel VI secolo, a penitenziario nel XIX°; oggi le
Levant rimane la più incontaminata delle tre grandi isole, essendo
divisa tra il controllo militare e il villaggio naturista di
Héliopolis. Qui si accede solo se naturisti: questa forma di
“discriminazione positiva” ha fatto si che le Levant conservasse
una notevole integrità di fauna e flora, soprattutto nei fondali
marini.
Proprietà private, fino alla prima
metà del XX secolo, ora Port Cros e Porquerolles sono parchi
nazionali, di proprietà statale. La protezione della natura (una
splendida macchia mediterranea con presenza di vegetazione tipica di
zone tropicali) è al primo posto delle priorità: non si può fumare
(in giro per l’isola), assolutamente vietato il campeggio (sia
libero, sia controllato, non ci sono camping) e non ci sono
automobili: ci si sposta in mtb o a piedi. Si è collegati alla
terraferma da un servizio di battelli che partono ogni ora dal Porto
di Hyères o (molto più suggestivo) dalla Tour Fondue (il nome,
appunto, dai resti del forte di avvistamento) punta quasi estrema
della penisola di Hyères.
Dal porticciolo dell’isola ci appare
il “centro” di Porquerolles. Un gruppo di case, dai colori e
profumi di Provenza. La piazza del gioco delle bocce, comune nei
paesini di questa zona, tanto quanto le varie piazze Mazzini o
Garibaldi da noi. Una manciata di negozietti, un paio di
ristorantini, il noleggiatore di bici e di barche.
E’ da suicidio vedere questo luogo
dell’anima nel periodo della piena estate (luglio/agosto) quando i
traghetti della TLV “vomitano” (mi sia concesso il termine un po’
pulp) turisti affamati di un posto spiaggia che si scapicollano verso
la Plage d’Argent, la più vicina al porto. Plage d’Argent, per
la sabbia grigia, che grazie al riflesso del sole, sembra appunto
d’argento….inutile dire che, in piena estate sembra un mix fra le
spiagge super affollate della riviera adriatica nostrana e la Costa
Smeralda con i suoi yacht ormeggiati al largo…
Più lontana (circa 30 minuti, di buon
passo) è la spiaggia di Notre Dame, la più grande dell’isola, con
alle spalle una bella pineta di pini marittimi. Di fronte, ovunque,
un mare dalle sfumature smeraldo e turchese, completa il panorama da
“Laguna Blu”…
Posto, dicevo, che bisogna
assolutamente evitare d’estate: in primavera o alla fine di
settembre Porquerolles si presenterà ai nostri occhi come apparve a
Simenon.
Il grande autore belga, completamente
travolto dalla “porquerolite” che scriverà qui un buon numero di
opere, ambientandoci anche tre romanzi e un racconto.
Sull’isola lo ricordano come “il
puttaniere”, l’uomo delle nebbie belghe, qui era un gaudente
pescatore, giocatore di carte o bocce nonché tombeur de femmes, che
non si lasciava scappare occasione di prendere alloggio a Le Mas,
oggi hotel di charme, all’epoca albergo-bordello…
Oltre a Le Mas esistono altri piccoli
alberghi o super lussuosi hotel (con piazzola per fare atterrare il
vostro elicottero privato, sapevatelo!!!). Fuori stagione è anche
possibile trovare una camera privata, a prezzi non eccessivi.
Non è esattamente dietro l’angolo,
questo posto, dove, come diceva Simenon “tutti pescano, tutti
giocano, tutti sparlano, non tutti amano ma nessuno ha fretta,
nessuno insegue un’affermazione, un obiettivo”; dove si può
camminare, a volte inerpicandosi, alla ricerca (anche interiore) e
alla scoperta di posti segreti, inattesi, intonsi, accompagnati solo
dall’instancabile, eterno frinire…o dalla musica (da portare con
sé) di Henry Salvador (personalmente consiglio Chambre avec vue).
I.E.
Soundtrack per accompagnare la lettura:
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