lunedì 18 giugno 2012

Sei pezzi da mIlle
di James Ellory

22 Novembre 1963. John Fitzgerald Kennedy è stato ucciso, con questo episodio James Ellroy aveva chiuso il suo splendido American Tabloid. Proprio dallo stesso momento l'autore riprende la narrazione con il suo Sei pezzi da mille con il quale lo scrittore ci racconta la sua personale Storia Americana fino al Giugno del 1968.
Partiamo per una volta dalle note dolenti: Sei pezzi da mille non è all’altezza del suo predecessore.
E’ un buon libro, lo stile di Ellroy è sempre riconoscibile e le tematiche portate avanti sono le medesime. Non potrebbe essere altrimenti: la Storia Americana è bagnata nel sangue, trame oscure scorrono sotto la superficie e il mondo non le vede, Ellroy ce le racconta.
A Dallas qualcosa è andato storto, l’attentato è riuscito ma qualcosa trapela. Qualcuno ha visto, qualcuno ha sentito. I protagonisti del precedente romanzo (e lo saranno anche di questo, almeno alcuni) devono mettere le cose a posto e fare i conti con la propria coscienza. Ne vengono fuori personaggi forse più realistici ma meno epici, meno coinvolgenti, schiacciati dalla Vita. Almeno uno dei cardini del precedente romanzo qui non è presente (non vi svelerò quale, tranquilli), ed era uno di quelli di maggiore fascino. Nuovi protagonisti ne prenderanno il posto ma nessuno, nemmeno Wayne Tedrow Jr. l’uomo con i sei pezzi da mille del titolo, riuscirà a eguagliarne il carisma.
Si ha inoltre la sensazione che la storia vera, quella con la S maiuscola, sia lontana questa volta. Se escludiamo la parte finale del libro (di ben 760 pp.), sembra che i personaggi interagiscano meno con gli eventi realmente accaduti e anche le vicende dei veri protagonisti della Storia sembrano osservate da una certa distanza. Se in American Tabloid seguivamo da vicino quel che succedeva ai fratelli Kennedy, ai signori della malavita, a Jimmy Hoffa e via discorrendo, in questo seguito sembra di non avvicinarsi mai a Bobby Kennedy, a Martin Luther King, a Howard Hughes o a Lyndon B. Johnson. Si ha di questi personaggi una visione esterna.
I motivi di interesse restano comunque numerosi. Oltre a vedere come si evolveranno le vite degli uomini ai quali ci siamo ormai affezionati leggendo American Tabloid, si potrà seguire l’influenza che su di loro avranno la politica di Lyndon Johnson, la guerra in Vietnam, le macchinazioni di J. Edgar Hoover e il movimento per i diritti civili in favore dei neri d’America portato avanti da Martin Luther King.
Grande importanza rivestiranno le donne dei protagonisti. Donne che odiano la Vita nella quale sono invischiati i loro compagni, donne maltrattate che non dimenticano, donne che tornano sotto forma di fantasmi dal passato. Donne in gamba e scaltre quanto e più dei nostri protagonisti.
Una delle costanti di questo romanzo è il tradimento. A chi ancora interessano le vecchie cause come quella Cubana? A chi sta a cuore il destino dei soldati americani in Vietnam? A chi invece interessano solo la droga e i guadagni che questa (com)porta? Quanti sono disposti a girare le spalle a vecchi compagni con i quali hanno condiviso la Storia e non una semplice birra?
Altra grande protagonista è la città del peccato, Las Vegas, con i suoi casinò, con la mafia e con il desiderio di un ormai sbiellato Howard Hughes di diventarne il padrone.
Ancora un romanzo d’odio, di sangue, di violenza ma anche di ideali e di amore.
Ricreare l’atmosfera di American Tabloid era difficile e infatti questo libro non ci riesce. Rimane comunque una buonissima lettura alla quale i fan del primo romanzo non potranno resistere.

4 commenti:

Elle ha detto...

A me manca anche American Tabloid sarà il caso di recuperarli in ordine ;)

La firma cangiante ha detto...

Si, leggerli in ordine è tassativo. E' anche tassativo leggerli e basta :)

La firma cangiante ha detto...
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
Elle ha detto...

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