martedì 9 aprile 2013

Lost In Translation


Lost in Translation - L’amore tradotto
(USA, Giappone 2003)
Regia: Sofia Coppola
Sceneggiatura: Sofia Coppola
Cast: Scarlett Johansson, Bill Murray, Giovanni Ribisi, Anna Faris, Catherine Lambert, Fumihiro Hayashi, Hiroko Kawasaki, Daikon
Genere: straniero
Se ti piace guarda anche: Prima dell’alba, Prima del tramonto, Somewhere, (500) Giorni insieme, The Grudge
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Un film che si apre con un primo piano delle chiappe di Scarlett Johansson, ma cioè, dove lo trovate? E un film con un’apertura del genere secondo voi può non essere un cult cannibale assoluto?
Sapete già la risposta.
Io mi rendo che a qualcuno un film come Lost in Translation può non dire niente. Mi rendo conto che per qualcuno è come vedere un film in giapponese. Il punto è proprio questo: non è un film comprensibile per tutti. Per qualcuno, qualcosa andrà perso per sempre nella traduzione. Vedrà le immagini, ma non afferrerà il loro senso.
Traduco: se non sei indie, non puoi apprezzare, non puoi proprio capire questo film. E se sei indie, non puoi dire di essere indie perché altrimenti non lo sei più. Chiaro?

Vedendolo con sguardo superficiale, si può pensare che in questo film non succeda un granché. Invece mostra esattamente cosa si prova a sentirsi estranei in un paese straniero e mostra cosa si prova a innamorarsi. Se per voi è poco… Uno di quegli amori destinati però a risolversi con un grande nulla di fatto, ma che solo per questo non significa non sia un’ esperienza importante.
Fondamentalmente, Lost in Translation è queste due cose: una storia d’amore/amicizia e anche il racconto dell’avventura giapponese di due cittadini americani, tra camere d’hotel, karaoke e strane usanze orientali. Bill Murray alle prese con tali usanze è qualcosa di sottilmente esilarante. Basta un solo suo sguardo per avere un effetto comico che gente come Enrico Brignano o Alessandro Siani o qualcun altro di questi pseudo umoristi si può giusto sognare.



Quest’esperienza è però vista soprattutto attraverso il punto di vista di Scarlett Johansson, alter ego dell’autrice Sofia Coppola. È chiaro che il suo racconto, forse in parte autobiografico, ci presenta una visione parziale di Tokyo e del Giappone. La visione di chi c’è passato per gli hotel di lusso e non per i bassifondi, dopo tutto è pur sempre la figlia di un certo Francis Ford. La sua visione del mondo comunque non è quella di chi se la tira perché frequenta i ricchi e famosi, ma semmai è quella di chi li prende allegramente per il culo. Il maritino di Scarlett interpretato da un Giovanni Ribisi meno inquietante del suo solito è il classico fotografo dei VIP iperattivo nei confronti del lavoro, meno nei confronti della mogliettina gnocca. Ancora più evidente la parodia delle star hollywoodiane nel personaggio di Anna Faris, una simil Cameron Diaz superficiale e oca. Sicuri quindi che Sofia Coppola proponga una visione così radical-chic? Non è forse il contrario?



Per quanto riguarda la parte sentimentale, Lost in Translation è un classico boy meets girl movie. Correggiamoci subito: un old boy meets girl movie. Bill Murray, divo hollywoodiano in trasferta in Giappone per girare uno spot per il Suntory whisky, finisce mica scemo per vedersi con Scarlett Johansson, altra ospite occidentale dell’hotel in cui alloggia e come lui in crisi matrimoniale. Il loro è un rapporto d’amicizia? D’amore? Un rapporto paternalistico?
Forse una sola tra queste cose, forse tutte queste cose combinate insieme, il bello del film è quello di lasciare libera l’interpretazione. L’altra cosa splendida del film è Scarlett Johansson, qui di una bellezza folgorante, persino più del solito. Una bellezza fine, tipicamente coppoliana. La bellezza di una giovane attrice non ancora del tutto consapevole del suo enorme fascino e che questa pellicola avrebbe trasformato in un’icona e sex-symbol mondiale.

L’altro punto di forza del film è come Sofia Coppola è riuscita a creare non solo un film o una storia d’amore, ma un’atmosfera. Lost in Translation è una sensazione realizzata oltre che tramite i due protagonisti attraverso una fotografia magnifica e una colonna sonora ultra cool sbalorditiva che comprende Jesus and Mary Chain, Peaches, Death in Vegas, Phoenix, Sebastien Tellier, Air, Squarepusher, Chemical Brothers e My Bloody Valentine, oltre alle fantastiche scene di karoke. Bill Murray che canta stonato ma emozionato “More Than This” dei Roxy Music e Scarlett Johansson che con tanto di parrucca rosa intepreta “Brass in Pocket” dei Pretenders sono due momenti impagabili.



Lost in Translation è una sensazione difficile da descrivere a parole. Impossibile da definire con le parole. La stessa Sofia Coppola ne è consapevole e quindi con una trovata geniale alla fine lascia tutti con un palmo di naso, con le parole pronunciate da Bill Murray all’orecchio (sexy pure quello) di Scarlett Johansson che si perdono in mezzo ai rumori della folla, lost in the noise.
(voto 9+/10)

In chiusura, partecipa anche tu al TOTO BILL MURRAY!
Cosa ha sussurrato Bill Murray all’orecchio di Scarlett Johansson durante il loro ultimo incontro?

1) Arigatò!
2) Non averti trombata rimarrà per sempre il più grande rimpianto della mia vita.
3) Supercazzola prematurata con scappellamento a destra come se fosse antani.
4) Non sposare Ryan Reynolds, Scarlett: divorzierete perché lui ce l’ha piccolo.
5) Sofia Coppola è una furbona: il mio dialogo finale non è un granché e così mi ha abbassato il volume.
6) Lo ammetto: sono stato io a mettere le foto di te nuda in rete.

Ed ecco la vera risposta.



Cannibal Kid

5 commenti:

Gatta Randagia ha detto...

E' il film della Coppola che preferisco.
A me piace proprio questo film.

Elle ha detto...

Io ho letto dalla decima riga (scritta) a metà della quattordicesima, e mi sono fermata: hai perfettamente ragione, a me il film era piaciuto proprio per questo.
Stavo per lasciar perdere il resto, ma ho cambiato idea e proseguito a leggere: il tuo post assomiglia al film, non è comprensibile per tutti.
Comunque, non so il numero di quest'altra riga, ma mi trovo di nuovo d'accordo: io ad esempio non ricordo più cosa dice Murray all'orecchio di Scarlett (o se dice davvero qualcosa), ma l'atmosfera, le luci e la musica mi sono rimasti profondamente impressi.

metiu (scappato di casa) ha detto...

indie per cui a me è piaciuto molto.
scherzo, non so neppure che cosa significa indie.
però, non scherzo, il film è molto bello e "sospeso".

voto la 2 :)

Blackswan ha detto...

Incredibile ! Sono d'accordo con Cannibal ! Gran film davvero !

Irriverent Escapade ha detto...

Nooooooooo la neve ad aprile non la voglio....trova qualcosa sulla quale dissentire, ti prego Black !!!!