(Francia,
Italia 1965)
Titolo
originale: Pierrot le fou
Regia:
Jean-Luc Godard
Sceneggiatura:
Jean-Luc Godard
Cast:
Jean-Paul Belmondo, Anna Karina, Graziella Galvani
Genere:
nouvelle vague
Se
ti piace guarda anche: Moonrise Kingdom, La rabbia giovane, Fino
all’ultimo respiro
Capitolo 5
Cinema free form. Post free form.
Situazioni
a caso. Frasi sconnesse che messe insieme forse danno un senso forse
no. Il bello è questo. E per fare l’acculturato ci metto dentro
una citazione random dallo stesso Godard:
“È
ora di smetterla di fare film che parlano di politica. È ora di fare
film in modo politico.”
Capitolo
4
Perché
Godard gira dei film così?
“La
mia lotta particolare è la lotta contro il cinema americano, contro
l'imperialismo economico ed estetico del cinema americano che manda
in rovina il cinema mondiale.”
Ecco
perché.
Capitolo
2
La
trama de Il bandito delle ore undici è abbastanza semplice, a
differenza della forma schizoide e poco lineare con cui Godard
sceglie di raccontarla per incasinarci le menti e obbligarci a
pensare.
Ferdinand,
un francese borghese, vuole uscire dalla sua routine famigliare. Per
farlo non si compra un’auto sportiva, non va a mignotte, non spende
tutto lo stipendio al video poker e non si iscrive in palestra come
un tipico uomo in crisi di mezza età italiano, bensì decide di
fuggire con l’amante Marianne, che poi è una sua ex, e diventare
un bandito assassino. Ferdinand, che però Marianne chiama Pierrot,
scappa insieme alla fanciulla e i due conducono una vita nomade,
fuggiasca e criminale. Fino a che…
Capitolo
6
Creare,
inventare qualcosa di nuovo o copiare, pardon prendere ispirazione
dagli altri?
Godard
sembra pensarla come Tarantino:
“Io
non invento niente, leggo molto. La mia originalità e il mio
fardello stanno nel credere che il cinema sia fatto più per pensare
che per raccontare storie.”
No
Zucchero, per te il discorso è diverso: tu rubi le canzoni agli
altri, e basta.
Capitolo
3
Cosa
vuole il pubblico?
“Tutto
ciò che desiderate vedere al cinema sono fucili e ragazze.”
E
allora, Jean-Luc, perché in questo film non hai messo più fucili e
più ragazze?
Capitolo
7
Il
bandito delle ore undici è un film con alcuni momenti meravigliosi.
Lampi di grande cinema. Qualche dialogo spettacolare. Due
protagonisti fenomenali e bellissimi come Jean-Paul Belmondo e Anna
Karina. Trovate geniali. Una varietà di idee che fa respirare
libertà a pieni polmoni. La fuga dei due amanti criminali verrà
ripresa e omaggiata da grandi film La rabbia giovane di Terrence
Malick e Moonrise Kingdom di Wes Anderson.
Allo
stesso tempo, Il bandito delle ore undici soffre di una mancanza di
forza nel suo insieme. Non trascina del tutto. Non lascia a bocca
aperta e senza respiro come lo spettacoloso esordio di Godard, Fino
all’ultimo respiro.
Capitolo
1
“Tre
film al giorno, tre libri alla settimana, dei dischi di grande musica
faranno la mia felicità fino alla mia morte.”
Questo
l’ha detto Francois Truffaut, l’altro reuccio della Nouvelle
Vague francese, ma penso che la felicità anche per Godard non fosse
tanto distante da questa definizione. Di certo non è tanto distante
dal mio ideale di felicità.
(voto 7+/10)
Nessun commento:
Posta un commento